Perché la Svizzera è così ricca? - Istituto Liberale Italiano Skip to content

[mk_page_section padding_top=”80″ padding_bottom=”80″ sidebar=”sidebar-1″]

[mk_ornamental_title tag_name=”h1″ text_color=”#072446″ font_family=”none” font_size=”40″ font_weight=”bold” txt_transform=”uppercase” ornament_style=”norman-short-single” nss_align=”center” ornament_color=”#ff710f” ornament_thickness=”3″ animation=”top-to-bottom”]Perché la Svizzera è così ricca?[/mk_ornamental_title]

Fin troppe persone credono che la Svizzera sia ricca unicamente grazie al settore bancario e al fatto che sia una specie di paradiso fiscale. Non è così, sia perché ci sono luoghi nel mondo che offrono condizioni migliori, come molte isole caraibiche o dell’Oceania, sia perché altrimenti ogni luogo con condizioni fiscali molto favorevoli dovrebbe essere ricco come la Svizzera.

Al contrario di quello che tali persone sostengono, non basta questo ad arricchire le nazioni.

Vi rivelo subito una curiosità molto interessante ma un po’ off topic: in Svizzera l’evasione non è un reato, bensì un illecito amministrativo; per cui, non è possibile estradare un evasore italiano o francese, siccome l’estradizione avviene se e solo se il reato è riconosciuto anche in Svizzera.

La Svizzera è attualmente una delle nazioni più ricche del mondo, ma non solo, riesce ad esserlo mantenendo libertà e democrazia: è al primo posto nell’Europa Occidentale sia per quanto riguarda le libertà economiche, sia per quanto riguarda le libertà individuali [1]. Facendo un po’ attenzione, si può notare anche che l’Italia è all’ultimo posto in questa classifica.

Vi illustro, dunque, 5 motivi per cui la Svizzera è il paese più libero e più capitalista d’Europa:

[mk_padding_divider size=”100″][mk_ornamental_title tag_name=”h1″ text_color=”#072446″ font_family=”none” font_size=”40″ font_weight=”bold” txt_transform=”uppercase” ornament_style=”norman-short-single” nss_align=”center” ornament_color=”#ff710f” ornament_thickness=”3″]Libertà politica[/mk_ornamental_title]

La Svizzera è famosa per i suoi referendum, un grande esempio di democrazia diretta, che avvengono ogni 4 mesi; alcuni referendum avvengono a livello cantonale, perché la Svizzera è suddivisa il 26 cantoni, altri avvengono a livello nazionale. Per poter indire un referendum basta che un qualsiasi cittadino raccolga 50’000 firme.

Con i referendum si possono anche fare proposte di modifica della Costituzione, in tal caso sono necessarie 100’000 firme. Non esiste altra nazione al mondo in cui sia consentito ai cittadini di prendere parte così frequentemente e così intensamente alla vita politica.

Ad esempio, pochi anni fa in un referendum venne chiesto se si volesse istituire un salario minimo di 2000 franchi al mese, che però venne respinto, anche perché il 97% dei lavoratori Svizzeri guadagna più di questa cifra.

Il sistema svizzero è diviso in due parti, da un lato la struttura federale, quindi il Governo e il Parlamento federali, e dall’altro il Cantone, con il suo Governo e il suo Parlamento. Analizziamo pezzo per pezzo questo sistema.

La cosa che più mi piace della politica svizzera è che non c’è un presidente, o meglio, ce n’è uno ma è solo di rappresentanza, viene rieletto ogni anno ed è considerato un “primus inter pares”, primo fra gli uguali. Questo presidente non è altro che uno dei sette membri del Governo, il Consiglio Federale.  Questa forma istituzionale, in cui 7 persone sono al governo con pari valore, viene definita Governo Direttoriale e, difatti, la Svizzera è l’unica Repubblica Direttoriale al mondo.

Il Consiglio Federale viene eletto dal Parlamento e detiene il potere esecutivo, ma una nota interessante è che questi 7 consiglieri sono di partiti diversi e collaborano fra loro, lasciando da parte ogni rivalità. Ad esempio, in questo momento, di questi 7 consiglieri: 2 sono liberali, 2 sono socialisti, 2 sono conservatori e 1 è centrista.

Non è sempre stato così. Dal 1848, anno della Costituzione, al 1891, ossia per ben 43 anni, ci furono solo liberali al governo. Tuttavia, ancora oggi, con membri di partiti diversissimi fra loro, il Governo è fatto in modo tale da pensare solamente al benessere della Confederazione Elvetica, della Svizzera.

Inoltre, in Svizzera, il parlamento è composto da due camere, una è il Consiglio Nazionale, molto simile alla nostra camera dei deputati, l’altra è il Consiglio degli Stati, molto simile al senato degli Stati Uniti. Ma il ruolo del parlamento e del governo centrale è in realtà molto, molto limitato, anche perché le istituzioni svizzere sono state pensate non per governare i cittadini, ma per rappresentarli. In un pieno spirito liberale.

[mk_padding_divider size=”100″][mk_ornamental_title tag_name=”h1″ text_color=”#072446″ font_family=”none” font_size=”40″ font_weight=”bold” txt_transform=”uppercase” ornament_style=”norman-short-single” nss_align=”center” ornament_color=”#ff710f” ornament_thickness=”3″]Decentralizzazione[/mk_ornamental_title]

La Svizzera è una confederazione di Stati, ossia, è divisa in 26 staterelli chiamati Cantoni. In comune hanno la difesa, l’esercito, la moneta, la Costituzione e la politica estera. Gestiscono da soli il budget, la tassazione e hanno delle proprie leggi. In questo modo è possibile far convivere tantissimi aspetti diversi in un solo Stato, salvaguardando le diversità.

Difatti, il governo centrale ha pochi poteri. Questo perché il potere è ben distribuito su tutti i cantoni, in un federalismo perfetto. Ogni cantone è praticamente autonomo, è uno stato sovrano che decide tutto quanto da sé.

Ogni cantone ha un Consiglio di Stato, composto generalmente da 5 membri, a volte 7. Esattamente come a livello federale, non c’è un vero capo. Questo Consiglio di Stato è un direttorio e ciascun membro è affidato a un dipartimento, di cui dovrà occuparsi. Contrariamente, però, al Consiglio Federale, che viene eletto dal Parlamento, il Consiglio di Stato viene eletto direttamente dai cittadini del Cantone.  A livello cantonale c’è anche un parlamento, ma con una sola camera.

Questo sistema è molto liberale e, come ci ricorda Friedrich von Hayek, se la conoscenza è dispersa nella società – e dunque non c’è nessuno che abbia una ricetta miracolosa per ogni situazione – è giusto che le decisioni siano prese il più possibile in maniera localizzata, decentralizzata [2].

È facile occuparsi dei propri problemi ed è bene partire da questi. Un governo centrale, in una capitale lontana, non sarebbe tanto preoccupato dei nostri problemi come il governo più vicino, quello che si occupa proprio delle questioni locali.

[mk_padding_divider size=”100″][mk_ornamental_title tag_name=”h1″ text_color=”#072446″ font_family=”none” font_size=”40″ font_weight=”bold” txt_transform=”uppercase” ornament_style=”norman-short-single” nss_align=”center” ornament_color=”#ff710f” ornament_thickness=”3″]Competizione fra Cantoni (e concorrenza fiscale)[/mk_ornamental_title]

Ovviamente, questo federalismo non garantisce che ogni Cantone sia perfetto e abbia leggi fantastiche. Ma il fatto che i cantoni siano così piccoli, rende anche possibile spostarsi in maniera molto agevole, se qualcosa di un cantone non piace.  Questo viene definito “voto con i piedi”.

Ad esempio, prendendo un reddito di 5’000 franchi svizzeri al mese, nel Cantone di Zugo l’imposta cantonale sul reddito è del 3% ed è un cantone veramente piccino. Se all’improvviso si decidesse di aumentare l’imposta al 12%, che è l’aliquota più alta in Svizzera per il reddito che abbiamo stabilito, molto probabilmente una parte di popolazione si trasferirebbe a Svitto per pagare il 5%. È lì vicino, a pochi chilometri, è facilissimo. Mica come emigrare completamente in un altro paese!

Ecco che vediamo un candido esempio di concorrenza fiscale. I Cantoni sono costretti a tenere tasse basse e ad essere efficienti proprio perché sono in continua competizione coi propri vicini. Inoltre, i Cantoni sono decisamente piccolini, per cui c’è una distanza ridottissima fra chi paga le tasse e chi vive di tasse altrui.

I cittadini di Zurigo, se vogliono nazionalizzare un settore come la previdenza, o l’energia elettrica, possono farlo solo sul proprio territorio e solo coi propri soldi. Se si istituisce un sussidio di disoccupazione a Zurigo, non lo pagherà certo il cittadino di Berna. Ecco che diventa più difficile campare sulle spalle altrui, in Svizzera.

Allora, si può pensare: “dunque questa competizione è a svantaggio dei poveri!”, ma in realtà non è così, questa competizione va a vantaggio di tutti, perché delle istituzioni efficienti e una società libera non lasciano indietro nessuno. La sanità e la previdenza, ossia il sistema pensionistico, sono in mano ai privati e sono gestiti a livello cantonale. Nessun povero rimane indietro, senza sanità o senza pensione.

Un altro esempio di concorrenza è quella legislativa. Noi non sappiamo quali siano le leggi giuste, non possiamo saperlo se non provando. A Ginevra tutti i negozi devono necessariamente chiudere alle 18, nel tardo pomeriggio, mentre a Zurigo possono rimanere aperti tutto il tempo che vogliono.

A priori non sappiamo stabilire quale delle due sia la migliore opzione, anche se possiamo benissimo immaginarlo; ecco perché lasciando la libertà ai cantoni di provare anche le leggi che ci sembrano più assurde, abbiamo la certezza che tutto il sistema a poco a poco tenderà verso leggi migliori, con un processo di miglioramento per prove ed errori.

Se le leggi fossero sempre uguali, se non si mettesse mai in discussione nulla, non ci sarebbe evoluzione! Ma i tempi cambiano, le situazioni cambiano, la società evolve e anche il sistema legislativo deve seguire questo ordine. Che è l’ordine spontaneo.

[mk_padding_divider size=”100″][mk_ornamental_title tag_name=”h1″ text_color=”#072446″ font_family=”none” font_size=”40″ font_weight=”bold” txt_transform=”uppercase” ornament_style=”norman-short-single” nss_align=”center” ornament_color=”#ff710f” ornament_thickness=”3″]Libero Mercato[/mk_ornamental_title]

Vorrei introdurre l’economia svizzera con una bellissima citazione di Mises, tratta dalle 6 lezioni di Politica Economica:

“Nel centro dell’Europa vi è un piccolo paese, la Svizzera, al quale la natura ha dato molto poco. Non ha miniere di carbone né minerali, e non ha alcuna risorsa naturale. Ma il suo popolo, attraverso i secoli, ha sempre perseguito una politica capitalistica. Gli svizzeri hanno raggiunto uno dei più alti standard di vita dell’Europa continentale, e il loro paese è uno dei maggiori centri di civiltà del mondo.” [3]

Essendo così piccola, isolata e in un territorio molto insidioso, la Svizzera ha incentrato le sue politiche economiche sul libero mercato sin dalla seconda metà del 1800, ininterrottamente.

L’IVA è al 7,7% per i prodotti comuni e ha aliquote minori per i prodotti di prima necessità, ad esempio è al 2,5% per i generi alimentari e per i beni di uso quotidiano. Fino al 2018 l’IVA era all’8%, poi è stata abbassata.

Le imposte per gli individui vanno dal 5 al 20%, ma diciamo che un reddito normale difficilmente supera il 10, l’11%. Per le aziende dal 15 al 25%. [4] Sono aliquote estremamente basse, se pensiamo anche solo che l’aliquota per i redditi più bassi in Italia è del 23%.

Come dicevo all’inizio, la Svizzera non conta unicamente sulle banche, sulle assicurazioni e sui servizi finanziari. Certo, è un settore molto importante che genera un po’ meno del 10% del PIL. Ma in realtà tutto il settore dei servizi è molto forte nella Confederazione Elvetica e genera ben il 74% del PIL!

Il 25% del PIL deriva dall’industria e solo l’1% viene dal settore primario. Dunque, il settore primario non ha una grande importanza nell’economia svizzera: come possiamo ben immaginare, siccome ci sono solo montagne! Però, qui c’è una nota dolente per i sostenitori del libero mercato: l’agricoltura in Svizzera è sussidiata tanto quanto lo è nei paesi dell’Unione Europea.

Molti riconducono questi sussidi al fatto che essendo un paese piccolino, nel caso di catastrofi o guerre, non si potrebbe garantire l’autosufficienza alimentare senza sussidi. Proprio perché il mondo non è buono, ma queste cose avvengono, pare che si siano premuniti in questa maniera. Io non credo sia una scusante abbastanza forte, ma ci apre la strada per l’ultimo fattore che rende libera e ricca la Svizzera.

[mk_padding_divider size=”100″][mk_ornamental_title tag_name=”h1″ text_color=”#072446″ font_family=”none” font_size=”40″ font_weight=”bold” txt_transform=”uppercase” ornament_style=”norman-short-single” nss_align=”center” ornament_color=”#ff710f” ornament_thickness=”3″]Neutralità e pace[/mk_ornamental_title]

Il quinto punto lo inizio con la celebre frase di Bastiat:

“Dove non passano le merci, passeranno gli eserciti”

Siccome la Svizzera è dedita al libero mercato, non può permettersi guerre. Non avrebbe alcun senso attaccare qualcuno con cui commercia. Oltretutto, per fare guerra, bisognerebbe spendere molti soldi… e gli svizzeri non gradiscono un’eccessiva tassazione, sono abituati ad averla bassa. La Svizzera non può dichiarare guerra o fare interventismo militare, in questo modo può risparmiare molto denaro.

Tante persone pensano che il boom economico italiano nel dopoguerra ci sia stato perché era tutto distrutto e dunque l’economia è andata bene finché si è potuto ricostruire tutto quanto. Non è stato così, anzi, prendendo come esempio la Svizzera, loro, non essendo entrati in guerra, non hanno speso denaro per la ricostruzione e lo hanno potuto usare tutto per innovare, aumentare il proprio benessere, investire e molto altro.

Ci sarebbe ancora molto da dire sulla Svizzera, dal settore sanitario a quello previdenziale. Per stavolta, ci accontentiamo di questi 5 grandi motivi che rendono tanto ricca e libera la Svizzera.

[/mk_page_section][mk_page_section bg_color=”#ff710f” bg_gradient=”left_bottom” video_color_mask=”#e8501d” gr_end=”#f59f15″ video_opacity=”1″ min_height=”300″ js_vertical_centered=”true” padding_top=”50″ padding_bottom=”50″ top_shape_style=”jagged-top” top_shape_color=”#072446″ sidebar=”sidebar-1″]
[mk_padding_divider visibility=”visible-tl-v2″][mk_padding_divider size=”60″ visibility=”visible-dt-v2″][mk_fancy_title tag_name=”span” color=”#ffffff” size=”35″ force_font_size=”true” size_tablet=”30″ size_phone=”30″ font_weight=”bold” txt_transform=”uppercase” margin_bottom=”” font_family=”none” align=”center”]Non lasciare che si spenga la fiamma della libertà[/mk_fancy_title][mk_button dimension=”flat” size=”x-large” letter_spacing=”5″ url=”/sostieni-la-liberta/” align=”center” margin_top=”14″]ISCRIVITI[/mk_button]
[mk_image src=”https://istitutoliberale.it/wp-content/uploads/2021/03/cta-mockup.png” image_size=”full” link=”/sostieni-la-liberta/” align=”center” margin_bottom=”0″]
[/mk_page_section]