Sussidi di disoccupazione? Opponiamoci con l’Imposta Negativa sul Reddito

Purtroppo per noi, purtroppo per l’Italia, il Reddito di Cittadinanza (RdC) è sempre più realtà. Ormai siamo ai ritocchi, siamo arrivati al livello di chi e come dovrà essere gestito.

Non nascondo che tutto ciò mi fa molta paura, anzi più di una paura. Paura per oggi perché il RdC tenderà ad aumentare la già eccessiva spesa pubblica italiana.

Già, la spesa pubblica, quella voce terribilmente conosciuta, sia dai cittadini e sia da alcuni addetti ai lavori. Una spesa pubblica, oggi con livelli davvero altissimi, che sta penalizzando l’italia e gli italiani. Paura del domani perché questo tipo di misure dovranno essere drasticamente gestite in futuro.

La spesa pubblica, quella spesa pubblica nata per esaltare il principio di giustizia sociale. Un principio, a dir poco assurdo, che pretende di combattere la povertà e le disuguaglianze, penalizzando chi ha un reddito al di sopra di una certa soglia.

Un principio che pretende di governare la ricchezza, con il pretesto che esso si distribuisca male se lasciato alla libera scelta. Il reddito di cittadinanza viene considerato il tentativo più grande mai compiuto – di un governo – di redistribuzione della ricchezza e dei redditi. Sin dagli anni sessanta, tutti i governi hanno cercato di provare a governare la ricchezza, con pessimi risultati.

Quando l’Italia andava verso la recessione, gli addetti al lavoro socialisti, piuttosto che prendersela con le proprie politiche, erano dell’opinione che le manovre di distribuzione erano troppo deboli. In poche parole, la ricchezza doveva essere governata sempre di più.

Ecco, perché penso che il reddito di cittadinanza sia l’ultimo grande tentativo dei socialisti.

Noi individualisti siamo fieri di essere contrari al RdC perché siamo convinti che fare assistenzialismo con i soldi degli altri, non sia corretto. Siamo fieri di essere contrari al RdC perché siamo convinti che questo tipo di misure, con il passare del tempo, tenderà a impoverirci tutti.

Pertanto, l’assistenzialismo deve essere sostituito con l’investimento sociale. Se lo Stato deve spendere per una persona, deve essere allo scopo di stimolarlo a far meglio.

Invece, l’impressione è che si voglia usare il Rdc come antidoto alla disoccupazione. Ecco, lo slogan esatto per opporci al RdC è “l’assistenzialismo non è un posto di lavoro”.

Per questo motivo, la vera risposta al RdC è l’Imposta Negativa sul Reddito (INR), proposta da Milton Friedman. Il principio è quello di “aggiustare il reddito” del contribuente che percepisce al di sotto di una certa soglia. Quella soglia è il simbolo del minimo reddito che dovrebbe percepire una persona o una famiglia per garantirsi il minimo indispensabile.

Ma come funzionerebbe l’INR?
Funzionerebbe come le aliquote fiscali che prevede l’IRPEF, con la differenza sostanziale che qui parliamo di quanto dovrebbe dare lo Stato al cittadino, e non viceversa.

Ecco qualche esempio:
CASO A
Soglia minima 1000€
Reddito contribuente 500€
Differenza tra soglia minima e Reddito contribuente 500€
Aliquota 50%
Sussidio 250€

CASO B
Soglia minima 1000€
Reddito contribuente 100€
Differenza tra soglia minima e Reddito contribuente 900€
Aliquota 50%
Sussidio 450€

L’INR è l’unica forma di assistenzialismo perfettamente in linea con la proposta dei liberali di un sistema con tasse minime. Con questa misura, il cittadino è giusto che venga risarcito, piuttosto che tassato. Le tasse non possono e non devono indebolire il cittadino; per questo motivo, l’INR riduce le tasse ad un livello basso, da consentire un reddito sufficiente per soddisfare le proprie esigenze.

Ovvio che per noi liberali non è mai positivo attuare qualsiasi tipo di assistenzialismo. Ma se vogliamo essere per lo Stato Minimo, quindi per uno Stato che garantisca infrastrutture, giustizia, sicurezza, è giusto che si occupi anche di tutelare i poverissimi.

Ebbene, l’INR permetterebbe di assistere i poverissimi, ma senza viziarli come il RdC. L’INR permetterebbe di assistere i poverissimi, ma senza incorrere in spese troppo eccessive. L’INR permetterebbe di assistere i poverissimi, evitando inutili caos burocratici, come invece previsti dall’INPS.

Se il Reddito di Cittadinanza equivale a considerare l’assistenzialismo come un posto di lavoro, con l’Imposta Negativa sul Reddito mettiamo in condizione il cittadino di mettersi ad un livello minimo che gli permetta di vivere meglio la propria vita e che gli permetta di costruire meglio un risparmio per sè e per la propria famiglia.