Bernie Sanders e la tassazione al 95%

Questo articolo è una traduzione del pezzo “Bernie Sanders Just Proposed a 95% Business Tax. Here’s Why That’s So Absurd” di Brad Polumbo, uscito su fee.org (Foundation for Economic Education) il 30/03/2022 e che potete leggere in originale qui: https://fee.org/articles/bernie-sanders-just-proposed-a-95-business-tax-here-s-why-that-s-so-absurd/

 

Prezzi alti della benzina ed inflazione fuori controllo sono generalmente le prime cause di preoccupazione per molti americani ad oggi.

Come risultato, i politici progressisti si sentono sotto pressione quando devono giustificare perché la stampa di denaro da parte del governo federale ed il deficit non ne sono i responsabili. E se l’ultima radicale proposta di Bernie Sanders ci dice qualcosa, alcuni di loro sono arrivati alla frutta.

 

Il senatore del Vermont ha appena svelato una proposta di legge per una tassa al 95% —esatto, 95%!— sui profitti aziendali al di sopra dei loro livelli pre-pandemia. Questo fa parte del suo più ampio tentativo di incolpare l’avidità delle imprese e il loro “ingiusto aumento dei prezzi” per gli effetti dell’inflazione.

Gli americani sono stufi di farsi derubare dalle corporations che fanno profitti record, mentre famiglie di operai pagano cifre esorbitanti per benzina, affitto e cibo” dice Sanders in un tweet[1] commentando le notizie. “È giunta l’ora che il Congresso si metta al servizio delle famiglie dei lavoratori ed esiga che le grandi corporations paghino la loro giusta quota”.

Di seguito alcuni dettagli del piano del senatore.

Le aziende potrebbero pagare l’attuale 21% dell’aliquota d’imposta sulle società sui guadagni fino ai livelli pre-pandemia e poi il 95% sui profitti oltre quei livelli.” spiega Bloomberg: “La tassazione totale viene bloccata al 75% del fatturato aziendale in un singolo anno. L’imposta verrebbe inoltre solo applicata ad aziende con almeno 500 milioni di $ di fatturato annuale”.[2]

 

Vediamo i tre grossi problemi di questa radicale e fuorviante proposta.

 

1. Non risolve il vero problema

L’avidità delle aziende e il loro “ingiusto aumento dei prezzi” non sono, in effetti, la ragione dietro l’attuale innalzamento dei prezzi che sta colpendo così duramente le famiglie americane. Come ha fatto notare l’economista Brian Riedl [3], le compagnie petrolifere, per esempio, non sono meno “avide” o “bramose di profitto” oggi di quanto non lo fossero nel maggio 2020, quando la benzina costava meno di 2$ al gallone.

Erano molto generose allora e sono molto avide oggi? Certo che no.

Economisti di ogni gruppo politica hanno liquidato l’uscita di Sanders come senza senso e sconnessa dalla realtà. Un sondaggio IMG di Chicago ha rivelato che l’80% degli economisti non è d’accordo con questa spiegazione dell’inflazione[4].

 

2. Aumentare la tassazione sulle imprese porterebbe a prezzi più alti e danneggerebbe l’americano medio invece di aiutarlo

L’aumento delle tasse sulle imprese, naturalmente, aumenterebbe i costi che i fornitori devono sostenere.

Quindi, é un classico esempio da manuale di qualcosa che causa scarsità di offerta. Cosa succede quando l’offerta cala? Avete indovinato, i prezzi salgono.

 

Diminuendo i profitti, questa politica scoraggerebbe le aziende dal reinvestire nella creazione di nuove tecnologie per aumentare l’offerta di petrolio” spiega l’economista della FEE Peter Jacobsen “e potrebbe anche incentivare le aziende a spostarsi fuori dagli Stati Uniti”.

Per queste ragioni un’ulteriore tassa sui profitti farebbe calare ulteriormente l’offerta di petrolio” ha detto, prendendo come esempio un settore che ne verrebbe colpito “Qualsiasi altra cosa simile porterebbe ad un innalzamento del prezzo alle pompe di benzina”.

 

Il senatore Sanders vorrebbe rispondere alla grande inflazione causata dall’ingerenza del governo con… maggior ingerenze nel mercato da parte del governo. È davvero una sorpresa che questo peggiorerebbe la situazione?

 

3. Il profitto è in realtà una cosa buona, non qualcosa da punire.

Il piano di Sanders è sbagliato dal principio, nell’incolpare il profitto quando è invece qualcosa che andrebbe celebrato.

 

Questo fraintendimento è il motivo per cui l’economista del Cato Institute Chris Edwards ha definito il piano “un’idiozia“.

Una cosa che la sinistra sembra non in grado di afferrare completamente a proposito del libero mercato è l’enorme rischio che le aziende corrono, e che  è vero che esse incassano i profitti, ma anche le perdite” ha detto Edwards a FEE “Si accusano le aziende con grandi profitti, ma quelle con perdite vengono accusate di avere una cattiva gestione. La realtà è che col tempo i guadagni tendono ad eguagliarsi fra le diverse aziende e a tornare a livelli normali, seguendo il flusso di denaro che gli investitori apportano ai vincenti e che sottraggono ai perdenti. E se il governo non si mette in mezzo, la competizione si mangia qualsiasi profitto superiore alla norma”.

 

I profitti sono benefici perché rappresentano un segnale che indica agli investitori dove allocare risorse che beneficino la crescita economica della nazione” ha aggiunto l’economista. “Anche i lavoratori ne giovano in quanto le risorse col tempo vengono dirottate verso aziende profittevoli aumentandone la produttività. La maggior parte dei profitti viene infatti reinvestita per ampliare le aziende, il che aiuta anche i lavoratori”.

L’idea di Sanders sarebbe di rubare più profitti dalle aziende, lasciandone meno per reinvestirlo e riducendo così le opportunità per i lavoratori” conclude Edwards.

 

Quest’argomentazione fa eco alle parole del celebre economista Ludwig von Mises, che notoriamente spiegava “Il profitto è la forza trainante dell’economia di mercato (…). Nel dichiarare guerra al profitto i governi sabotano deliberatamente il funzionamento dell’economia di mercato”.

 

In definitiva: una cattiva idea radicata nella lotta di classe.

Non c’è modo di difendere il nuovo radicale piano di Sanders nei suoi meriti. Tassare i profitti aziendali al 95%, anche se solo le aziende oltre una certa dimensione, è oscenamente ingiusto, da analfabeti economici e totalmente fuori strada per quanto riguarda l’arginare il vero problema dell’inflazione.

Quello che c’è davvero dietro questa proposta non sono considerazioni politiche ragionate ma l’invidia e l’incitamento alla lotta di classe, tipiche di Bernie Sanders. Mentre potrà giovargli dal punto di vista politico, questo non è il modo di far funzionare un Paese.

 

Traduzione di Claudio Colonna

 

[1] https://twitter.com/SenSanders/status/1507430127843655690

[2] https://www.bloomberg.com/news/articles/2022-03-25/sanders-floats-95-corporate-levy-going-after-jpmorgan-chevron

[3] https://twitter.com/Brian_Riedl/status/1494092072479084544

[4] https://www.igmchicago.org/surveys/inflation-market-power-and-price-controls/