Free banking: l’esperimento scozzese nel XVIII secolo

Quando pensiamo alla Scozia del ‘700 molto spesso la immaginiamo come quel grande ed eroico affresco che Walter Scott ci descriveva nei suoi celebri romanzi Rob Roy e Waverley, tra kilt, cornamuse e lotte tra clan; un Paese lacerato dal continuo contrasto tra i giacobiti, ossia i sostenitori dell’antica dinastia Stuart, ed i whig, sostenitori degli Hannover, designati come eredi al trono dopo la Gloriosa Rivoluzione. La Scozia del ‘700 è però anche la patria di grandi pensatori come David Hume e Adam Smith, il terreno fertile in cui sboccia l’illuminismo scozzese e, aspetto davvero interessante, uno degli esperimenti di free banking più vicini a noi.

Che cos’è il free banking? Per noi, nati in un’epoca in cui l’esistenza delle banche centrali e della moneta a corso forzoso è data per scontata, dove la manipolazione dei tassi d’interesse per fini politici viene considerata come moralmente accettabile, il free banking suona come qualcosa di primitivo e lontano. Si tratterebbe, in sostanza, di un sistema bancario totalmente privato e libero dal “coordinamento” di una banca centrale, in cui l’emissione di moneta è lasciata alle banche private e dove non esiste la moneta a corso legale. Come afferma Alberto Mingardi nel suo saggio “Thomas Hodgskin, free banker” (1)

“siamo talmente abituati a vivere in un mondo nel quale la moneta ha valore fiduciario ed è emessa da una banca centrale, da aver dimenticato completamente l’esistenza di modelli alternativi.”

L’idea di free banking in quanto tale è stata ridiffusa nel Novecento da Hayek, che proponeva un sistema libero di istituti privati che emettevano valute fiat in concorrenza tra loro e in cui il valore di queste valute sarebbe stato determinato dalla solidità e dalla credibilità dell’emittente. Un tale sistema non è mai esistito storicamente: gli istituti privati, nei casi storici di free-banking, emettevano biglietti denominati secondo uno standard monetario, molto spesso in un sistema aureo. Si emettevano “fedi di deposito” e il successo degli istituti emittenti veniva definito sia dalla loro credibilità che dalla loro capacità di convertire in oro i biglietti, ed anche dalla qualità di un eventuale conio vero e proprio della moneta.

In un sistema bancario libero in cui, mettiamo il caso, l’oro tornasse a costituire il principale mezzo di scambio, avrebbe ben poco successo la banca che conia monete d’oro false: una volta scoperto il trucco, senza possibilità di salvataggi statali, l’istituto “falsario” cesserà ben presto di fare affari e fallirà.

La Scozia applicò il free-banking dal 1716 al 1845: in questo periodo la sua economia crebbe molto più velocemente di quella inglese; il sistema bancario era libero e qualunque nuovo istituto che volesse iniziare a “battere” moneta era libero di farlo: sarebbero stati i consumatori a decidere il successo o l’insuccesso di questa nuova attività.

Il sistema scozzese era totalmente privo di regolamentazioni: i contratti venivano rispettati sulle basi della common law. Dovremo aspettare il 1765 perché lo Stato imponga alcune condizioni per operare nel settore. La prima di queste condizioni fu l’impossibilità di emettere banconote di valore inferiore alla sterlina; fu una scelta derivante dalla pressione delle banche più grandi che intendevano con questa misura svantaggiare gli istituti di emissioni più piccoli e deboli.

La seconda restrizione fu l’imposizione alle banche di effettuare subito pagamenti al portatore che volesse convertire la propria cartamoneta nel corrispettivo in oro: in precedenza la banca scozzese poteva avvalersi della copertura dello Stato qualora decidesse di spostare in avanti nel tempo il pagamento aggiungendovi un tasso d’interesse.

Adam Smith definiva questo sistema come “ideale” per un’economia libera:

“se i banchieri si dimostrano misurati nell’emettere qualsiasi banconota circolante, o le banconote pagabili al portatore, in quantità inferiore ad una certa somma; e se essi sono soggetti all’obbligo di un immediato pagamento di tali banconote non appena presentate, i loro scambi potrebbero, nella piena sicurezza del pubblico, essere infusi di libertà in ogni altro aspetto.”(2)

Si tratta di un sistema, quello scozzese, capace di prevenire il rischio di frode. La concorrenza inoltre agisce direttamente sugli istituti di emissione, obbligandoli alla cautela per non esporsi al rischio di bancarotta e di corse agli sportelli. In tale sistema il fallimento di uno dei molteplici sistemi in concorrenza non causa perdite significative per il pubblico, non esistendo un monopolio e quindi la possibilità di trascinare tutti nel baratro.

Da un punto di vista liberale possiamo dire che il sistema di free banking sarebbe senz’altro l’ideale, quello più in linea con i principi di libertà. Anche Murray Rothbard trattò il tema, partendo dal punto di vista di un’analisi della moneta, affermando come l’unica via per una moneta sana e onesta sia la fine del sistema bancario centralizzato. (3)

Rothbard in particolare ricordava come il free banking e quindi la concorrenza nel settore bancario potrebbero funzionare da deterrente contro le espansioni creditizie e l’inflazione alla base dei cicli economici. Le banche non avrebbero più la copertura dello Stato nelle loro attività scorrette, sarebbero più restie a prestare denaro a soggetti che non lo meritano a tassi bassi, e le stesse banche inaffidabili non resisterebbero molto nelle loro politiche scellerate senza un prestatore troppo compassionevole come si mostra spesso una banca centrale.

In sostanza, le magagne del sistema bancario non verrebbero fatte digerire al pubblico, ma resterebbero problemi solo di chi le ha create e di chi non ha avuto l’accortezza di allontanarsi dal soggetto “colpevole”.

Il free banking deve più che mai tornare a occupare un posto centrale nel dibattito oggi, quando vediamo le grandi “armi” anti-crisi dello Stato definitivamente spuntate e prive di qualsiasi efficacia nell’evitare una crisi post-Coronavirus. I sistemi monetari a corso forzoso stanno dimostrando tutti i loro punti deboli e in molti hanno pensato a un ritorno del gold standard davanti all’ennesima prova di impotenza dell’emissione indiscriminata di valute fiat nella gestione di una crisi economica.

Come ha saggiamente notato Alberto Mingardi, nel sistema scozzese 

“il legame tra valuta e metallo nel quale questa era convertibile rappresentava la possibilità di un limite all’arbitrio che è andata persa, man mano che l’incalzare della moneta fiduciaria è diventato irresistibile.”

Una cosa è certa, come riconosce lo stesso Mingardi: il mondo di ieri non può tornare domani, ma 

“il semplice fatto che soluzioni diverse da un sistema incardinato su moneta fiduciaria e banche centrali siano esistite, suggerisce che anche oggi altri approcci siano possibili, per quanto improbabili”.

NOTE

1) e 4) “Dal sesterzio al bitcoin – vecchie e nuove dimensioni del denaro” a cura di Angelo Miglietta e Alberto Mingardi, 2020, RUBBETTINO.

2) “La ricchezza delle nazioni”, Adam Smith

3) “Cosa ha fatto lo stato con i nostri soldi? Riprendiamoci la moneta e altri saggi”, Murray Rothbard, a cura di Piero Vernaglione, Leonardo Facco editore.

Capire il Libero Mercato: 10 aforismi di personaggi famosi

Immagina di essere con i tuoi amici e, ad un certo punto, come sempre, inizia il dibattito politico. Nessuno sa cosa sia il libero mercato, ma lo criticano tutti. Per te loro sono tutti socialisti, tu per loro sei uno strano egoista turbocapitalista che vuole la disumanizzazione totale.

Ecco 10 piccoli passi per capire e far capire il Libero Mercato ai profani:

  1. Condannare il libero mercato a causa di ciò che accade oggi non ha senso. Non ci sono prove che il libero mercato esista oggi. Siamo profondamente coinvolti in un’economia pianificata dall’interventismo, che consente ai partiti di ottenere importanti benefici dal punto di vista elettorale. Si può condannare la frode e il sistema attuale, ma devono essere chiamati con i loro nomi propri: inflazione keynesiana, interventismo e corporativismo. [Ron Paul]
  2. La generazione di oggi è cresciuta in un mondo in cui, sia tramite la scuola che nella stampa, l’imprenditorialità è stata rappresentata come attività disonesta e cercare il profitto è stato definito un atto immorale, e dare un lavoro a centinaia di persone è considerato sfruttamento, ma è considerato onorevole far dare ordini allo Stato ad altrettante persone. [Friedrich Von Hayek]
  3. La nostra libertà di scelta in una società competitiva si basa sul fatto che, se una persona rifiuta di soddisfare i nostri desideri, possiamo rivolgerci a qualcun altro. E non può avvenire con un monopolio statale. [Friedrich Von Hayek]
  4. La grande virtù di un sistema di libero mercato è che non importa di che colore siano le persone; non importa quale sia la loro religione; importa solo se possono produrre qualcosa che vuoi comprare. È il sistema più efficace che abbiamo scoperto per consentire alle persone che si odiano l’un l’altra di confrontarsi e aiutarsi a vicenda. [Milton Friedman]
  5. Tutti i sistemi sono capitalisti. È solo una questione di chi possiede e controlla il capitale – che sia un re, un dittatore o un privato. Dovremmo concentrarci sul contrasto tra un sistema di libero mercato, in cui gli individui hanno il diritto di vivere come re se hanno la possibilità di guadagnare quel diritto, e un sistema in cui l’economia è controllata dallo Stato, come nelle nazioni socialiste. [Ronald Reagan]
  6. Ci son 4 modi per spendere i soldi. Puoi spendere i tuoi soldi per te stesso: in tal caso, sarai davvero attento a cosa starai facendo e cercherai di avere la massima resa per la tua spesa. Oppure, puoi spendere i tuoi soldi per qualcun altro: per esempio, io ho comprato un regalo di compleanno per una persona; in realtà non ho grande interesse per il contenuto del dono, ma sono stato molto attento al costo. Altra possibilità, tu puoi spendere i soldi di qualcun altro per te: e allora se puoi spendere i soldi di qualcun altro per te stai sicuro che ci scapperà una bella mangiata al ristorante! Infine, io posso spendere i soldi di qualcuno per un’altra persona ancora; e se io dovrò spendere i soldi di uno per un altro, non sarò preoccupato a quanto ammontino, né sarò preoccupato su come li spendo. E questo è quel che fa lo Stato. [Milton Friedman]
  7. Il libero mercato è una rete di scambi volontari e gratuiti in cui i produttori lavorano, producono e scambiano i loro prodotti per i prodotti degli altri attraverso prezzi volontariamente raggiunti. [Murray Rothbard]
  8. Il benessere degli Stati Uniti non fu creato dai sacrifici pubblici per il bene comune, ma dal genio produttivo degli uomini liberi che perseguivano i propri interessi personali e la realizzazione del proprio destino. [Ayn Rand]
  9. Il fatto centrale più importante su un mercato libero è che nessuno scambio avvenga a meno che entrambe le parti non ne traggano vantaggio. [Milton Friedman]
  10. Più lo stato pianifica, più l’individuo si trova in difficoltà nell’organizzare la propria vita. [Friedrich Von Hayek]