L’oscurantismo comunista minaccia le università

Il fatto

La mattina del 27 Novembre, all’Università “La Sapienza” di Roma, una legittima opinione ha dovuto nuovamente combattere contro l’oscurantismo comunista e il rifiuto che gli appartenenti a questa setta, fra le più sanguinarie della storia, hanno verso qualunque opinione non riconosca nel Comunismo il bene assoluto, eterno ed universale. Nell’atrio della facoltà di Lettere sono stati esposti dei pannelli che raccontano la Rivoluzione d’Ottobre dal punto di vista di un movimento studentesco vicino a Comunione e Liberazione, associazione cattolica italiana.

Naturalmente la versione raccontata difende la Russia zarista e cristiana, portando dati a sostegno della tesi per cui la Russia, prima dell’Ottobre, vantasse un’economia in espansione e un principio di progresso che la Rivoluzione bloccò. I baldi giovani comunisti della FGC, allergici alle libere opinioni come io lo sono al polline, davanti ad un’idea diversa dalla loro hanno avuto un attacco di starnuti e lacrimazione. Hanno dunque deciso di salvare dagli sbalzi di salute gli altri che, certamente intolleranti come loro alla libertà di pensiero, ne avrebbero potuto soffrire.

Pertanto, la mattina hanno coperto i pannelli incriminati con la loro “controinformazione”, con la loro “verità”, in un blitz o falsh mob che è stato rivendicato il giorno stesso sulla loro pagina Facebook. Questo non è certamente il primo episodio di questo genere in un’Università, anzi è ormai una prassi consolidata che mina sempre più la libertà di parola e pensiero negli atenei. Chi volesse, in preda a non so quale follia, permettersi di esporre una propria opinione che non citi testualmente il Capitale di Karl Marx in un’Università sa a quale rischio va incontro.

 

Una prassi consolidata

Qualche mese fa il collettivo Link Sapienza ha cacciato dalla stessa facoltà degli studenti che facevano una campagna di sensibilizzazione pro-Vita, costringendoli a sgomberare il loro presidio, regolarmente concesso dal Rettore dell’università. Ma si sa, chi è un banale rettore davanti a dieci gloriosi imbecilli? Qualche anno fa, ennesimo esempio che mi viene in mente, ma che non è che una goccia di un oceano. Alla Federico II di Napoli gli studenti del centro sociale che poi formò Potere al Popolo occuparono una facoltà per impedire a Massimo D’Alema di parlare.

L’Università, per eccellenza luogo di incontro, analisi, dibattito e confronto è evidentemente sotto attacco. La libertà di pensiero e di manifestazione che l’hanno sempre contraddistinta sono in pericolo. Ma da un attacco, naturalmente, ci si deve sempre difendere. E se non se ne ha il potere, si fa appello a chi lo ha affinché lo eserciti.

Per cui chiedo, e se vorrete unirvi a me dirò “chiediamo”, perché mai se un tifoso ripetutamente crea disordini allo stadio, impedendo agli altri di godere di ciò per cui ha pagato, questi viene interdetto dal frequentare quella sede con un Daspo, mentre le associazioni comuniste che ripetutamente violano uno dei principi fondanti non solo dell’Università, ma anche del nostro Stato, rivendicando fra l’altro il tutto ogni volta su Facebook, possono fare il buono e cattivo tempo liberamente senza che vengano presi provvedimenti?

Non vanno neanche scovati o cercati, ogni volta che tappano la bocca a chi esprime un’opinione diversa dalla loro producono un ridondante comunicato in cui spiegano quanto sono stati vigliacchi. Perché alle liste che portano lo squadrismo dentro gli atenei è permesso di candidarsi alle elezioni del Consiglio? Perché nessuna ripercussione sugli studenti che ne fanno parte viene minacciata? Ma soprattutto mi chiedo questo, non sapendo darmene risposta: perché i giovani comunisti hanno una tale riluttanza verso le opinioni che non appartengono al Vangelo secondo Marx?

 

Comunismo e ignoranza dogmatica

Come è possibile che non si riescano a capacitare del fatto che le opinioni diverse sono una ricchezza? Perché, cari comunisti, non riuscite a rispettare chi la pensa diversamente, perché non riuscite a guardare gli altri esprimere le proprie convinzioni per poi, pacificamente ed educatamente, esporre le vostre in antitesi? La vostra ideologia deriva da Marx e quindi da Hegel, per cui il meccanismo della dialettica dovreste averlo presente, ammesso sempre che abbiate la minima idea di ciò di cui parlate. Lasciate le tesi dei giovani di Comunione e Liberazione affisse nella facoltà e chiedete al Rettore di esporre le vostre quando le loro verranno ritirate. In un Paese liberale si fa così. E dal momento che sembrate non volerne rispettare le leggi e i principi, non lamentatevi della repressione delle vostre idee, quando siete i primi a reprimere chi invoca la libertà di opinione.

 

 

Disclaimer

Il giornalista deve cercare di esprimere le proprie opinioni il meno possibile per conservare la propria obiettività, ma mai averne vergogna. E dato che già sento le accuse che mi saranno mosse contro, ossia di simpatizzare per Comunione e Liberazione, di essere contro l’aborto o di amare alla follia D’Alema, la violenza di opinioni che in questi tempi devasta questo Paese mi costringe a fare uno strappo alla regola per mettere le mani avanti e per dimostrare che qualcuno che commenterà non avrà letto fino in fondo, come ormai troppi fanno.

Perciò: non credo che la Russia zarista fosse un esempio di economia ruggente, ma anzi la considero un regime illiberale che andava certamente superato. Ho antipatia verso il movimento di Comunione e Liberazione e sono ateo, per giunta non battezzato. Infine sono per la libertà di scelta in materia di aborto e ho poca simpatia verso Massimo D’Alema. È solo che, cari compagni, ho un terribile ed inguaribile feticismo per la libertà di opinione.