Omosessualità e (è) libertà

Uno dei temi a me più cari è l’omosessualità, un tema sicuramente bistrattato da tutto l’arco politico, con ovvi fini politici nella maggior parte dei casi, se non personalistici in altri. Dal 1968, tra i vari temi sessantottini vi è stata anche la “riscossa” dell’omosessualità, che portò sicuramente i suoi frutti, come la rimozione della stessa dall’elenco delle malattie mentali da parte dell’OMS, anche se solo nel 1990.

La sensazione che ho, è che le sinistre nel mondo occidentale, specie quelle d’ispirazione sessantottina, abbiano preso in mano il tema, e l’abbiano “collettivizzato” creando una sorta di categoria da salvaguardare come fa il WWF. Ma andiamo all’origine.

Omosessualità significa l’attrazione per il proprio sesso e non per quello opposto (eterosessualità). Attrazione quindi significa istinto. Questa precisazione viene fatta di fronte ai molti che parlano di scelta. Non si sceglie il proprio orientamento sessuale.

L’orientamento sessuale indica verso chi si è attratti: 1) verso il proprio sesso (omosessualità), 2) verso il sesso opposto (eterosessualità) 3) verso entrambi i sessi (bisessualità).

Non sono un medico, ma come afferma il consenso della comunità scientifica, nessuno sceglie il proprio orientamento sessuale. Si sceglie il partner ma non l’orientamento. Questo è già un primo punto importante in quanto molti parlano di scelta quando parlano di omosessualità (non lo è).

Se analizziamo la storia, le culture, le religioni, le idee politiche, in generale l’omosessualità viene “mal dipinta” per il semplice fatto che una coppia omosessuale non genera figli. Dalla Preistoria all’etá contemporanea, i numeri facevano la forza.

Chi non “procreava” non aiutava quindi la specie a riprodursi, un comportamento deleterio alla comunitá seguendo la mentalitá di allora, una mentalità che è rimasta da noi fino a poco tempo fa, e che è ancora attuale in tanti paesi in via di sviluppo, o in societá in cui vi è ancora una forte componente umana nel lavoro. Da qui capiamo come mai l’omosessualitá spesso non sia stata accettata nella storia.

Considerando che siamo 7 miliardi di persone, oltre che la sostenibilitá del pianeta Terra stesso, porci il problema sul non procreare mi sembra ridicolo. Sfortunatamente, uno dei temi in voga nella cerchia conservator-sovranista, è il fare piú figli per non essere sostituiti da immigrati, un’idea ridicola ma che prende piede nelle fasce piú povere e ignoranti della popolazione.

L’obiettivo di queste poche righe non è tanto il capire perchè sia invisa l’omosessualitá (questione di educazione ricevuta ed ignoranza), ma di come sia stata manipolata da chi, a ragion sua, vorrebbe rappresentare e portar avanti “la causa” omosessuale.

La mia critica parte a livello linguistico. Negli anni Settanta, a New York alcuni omosessuali decisero di farsi chiamare in maniera diversa: Gay. La parola omosessuale (Homosexual, Homo o Homosexuality) era una parola usata allora in campo medico, cercare una parola alternativa per dimostrare di non essere malati sicuramente ha un senso. Ma cosa significa in realtá Gay?

Gay era l’aggettivo (in italiano gaio) usato nell’Inghilterra di un secolo fa, per descrivere non tanto l’orientamento sessuale, quanto l’atteggiamento di una persona piú simile al sesso opposto. Ovvero, quando un uomo era femmineo o quando una donna era mascolina. Vi è un abisso tra l’atteggiamento e l’orientamento, e se a volte possono essere collegati, non significa lo siano sempre.

Il salto da Gay a LGBTQRSTUVZ… è stato semplice e veloce, peccato che non voglia dire nulla. Ogni lettera sta per una sigla, e prendendo il caso piú semplice, orientamento sessuale e disforia di genere (il non riconoscersi nel proprio genere sessuale biologico) non sono per nulla legati, ergo fare un cartello, una coalizione da tornata elettorale, una sigla di tante cose diverse non ha nessun senso, anzi dimostra una mentalitá collettivista tipica della sinistra d’ispirazione sessantottina.

Non è un caso che si parli di diritti. Ma quali diritti dovrebbe avere un omosessuale? Siamo tutti esseri umani, ed essere omosessuali non toglie l’essere umani. Il cosidetto movimento “omosessuale” ora LGBTQRSTUV… ha lottato per far passare il concetto di “accettare la diversitá” o “uniti nelle differenze”. Il problema è che non sono queste le differenze che contano.

Cosí sinistra e “movimenti vari” hanno creato delle categorie in cui essere classificati, relegando le stesse in riserve protette come gli Indiani del Nord America. Cosa ovviamente fatta anche per tante altre “categorie” create ad hoc dal sessantottismo.

Una persona omosessuale, non vuole una dimensione per se, bensì vuole vivere normalmente nella comunitá in cui si trova senza esser vista come “diversa”.

Mi voglio soffermare quindi su cos’è il diverso. Il diverso oggettivamente non esiste. La diversitá è soggettiva ed è rappresentanta da ciò che noi riteniamo diverso rispetto a come siamo, o all’idea di normalitá trasmessaci fin da piccoli nell’ambiente in cui eravamo.

Ovviamente, crescendo in un ambiente in cui l’eterosessualitá è considerata la normalitá e l’omosessualitá una devianza (o peggio una perversione), l’omosessualitá e gli omosessuali saranno sempre derisi (se va bene), e la persona omosessuale sará sempre a disagio ad un livello tale da scegliere se lasciare qualla comunitá, quella dimensione, oppure “essere eterosessuale” per adattarsi alla comunitá stessa (salvo poi andare in cerca di un partner secondo il proprio orientamento sessuale, anche solo per soddisfare bisogni fisiologici).

Quindi chi si dipinge come a favore degli omosessuali in realtá continua a ritenerli “diversi” e dà manforte a chi giá li vede come deviati, trattandoli come persone da tutelare in maniera speciale, e quindi alimentando la diversitá (da qui la dannositá dei vari Hate Speech o Hate Crime).

L’aver creato, in Italia, un istituto giuridico ad-hoc per regolamentare l’unione tra coppie omosessuali, invece di rimuovere i vincoli di genere nella giá presente legislazione su matrimonio e adozione ne è un esempio.

In realtá ad una persona omosessuale non fa male l’offesa legata al proprio orientamento sessuale, neanche qualche barzelletta o risatina. Ciò che fa realmente male è sentirsi chiedere se si ha un partner del sesso opposto, sentendosi quindi dei “diversi”, delle persone al di fuori della normalitá, e ciò fa male perchè chi normalmente porge la domanda non lo fa con l’intenzione di offendere, facendo sentire quindi la persona omosessuale ancora piú fuoriluogo.

Tornando alla questione dei diritti, non esistono i diritti degli omosessuali. Una persona omosessuale vuole poter vivere la propria vita con una persona dello stesso sesso, ergo non si tratta di diritti ma semmai di libertà negate e di discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale.

Essere genitori o coniugi non è un diritto, è una libertà. La libertá di poter costruire una famiglia stando con chi si voglia, e di poter crescere dei figli qualora lo si voglia.

Non esiste la famiglia tradizionale o l’esser contro natura. La natura o meglio la biologia, ci dice che per procreare ci vogliono due persone del sesso opposto. Ma la natura e la biologia non vietano di poter adottare e crescere un bambino. La tradizione è una cosa soggettiva, non esiste una tradizione oggettiva. La famiglia tradizionale non vuol dire nulla, perchè l’idea di famiglia è soggettiva, ed ognuno di noi è libero di avere la famiglia che piú preferisce.

Personalmente credo che, finché c’è amore e consensualitá, limiti non dovrebbero essercene.

Da adottato, posso assicurare che adottando un bambino gli si dà una famiglia, che sará sempre meglio di un orfanotrofrio, inoltre gli si dà una possibilitá economico-sociale di riscattarsi dall’esser orfano e nullatenente. In giro per il mondo ci sono tanti bambini che attendono una famiglia, ed i bambini che di preconcetti ne hanno pochi, sono sicuramente piú puri di noi adulti e sanno apprezzare l’amore indipendentemente da chi venga.

Una persona omosessuale non vuole né diritti (come li chiamano a sinistra) né capricci (come li chiamano a destra). Una persona omosessuale vuole solo la libertá di poter vivere la propria vita come meglio crede.

Si è liberi di scegliere le persone cui frequentare, e se “possono fare schifo” gli omosessuali, si è liberissimi di non frequentarli. Ben diverso è il limitare la libertá di un individuo per proprie convizioni personali (l’omosessuale fa schifo, l’islamico è pericoloso, ecc.), quello da liberale non posso tollerarlo, e mi batterò per la libertá di chi la pensa in modo diametralmente opposto rispetto a me.

Credo che la conclusione piú adatta sia auspicare un mondo in cui non esista normalitá e diversitá, un mondo in cui non si venga considerati/valutati per l’essere o no nella media. Siamo tutti diversi perchè pensiamo diversamente, ma allo stesso tempo siamo tutti uguali in quanto esseri umani.

Dare meno per scontato cosa sia una persona, e lasciare la libertà di vivere come meglio piaccia, è la base per un mondo libero, il mondo in cui credo.

 

La bufala dei tagli alla sanità

Molto fastidiosa è una continua balla che continua a imperversare sul web, che prende forma tra i più svariati post e meme e indigna l’intera popolazione italiana: quella dei presunti tagli alla sanità.
Procediamo.

Un mare di spese

Smentiamolo definitivamente: la spesa sanitaria negli ultimi 20 anni è solo aumentata. E non di poco.

Dal 2000 al 2018, la spesa del SSN è aumentata da circa 66 miliardi a 116 miliardi. Un + 60%.
Ma non solo. Come vediamo dal grafico anche considerando le spese al netto dell’inflazione la spesa è aumentata del 20% in 20 anni, con una flessione negli ultimi 10 anni.
Nonostante ciò, son previsti aumenti di spesa fino a 121 miliardi totali nel 2021. Ciò significa che considerando tutta la popolazione italiana, dal bambino fino all’anziano, tutti hanno un macigno di 2000 euro annui di tasse a testa solo per la sanità. Ora, provate a caricare questi costi solo alla popolazione che realmente produce e traetene le conclusioni.
Rimarrete sorpresi del fatto che la sanità italiana non solo non sia gratis, ma che costi un bel po’ a tutti noi.

In ogni caso, la bufala dei tagli alla sanità corre perchè i nostri canali d’informazione più che informazioni sono soliti a somministrare propaganda, e confondono i tagli alla spesa attuale con quella prevista.

I tagli alla previsione di spesa

Quelli che effettivamente sono tagli, riguardano i finanziamenti previsti. Non si è rispettata la cosiddetta spesa tendenziale.
Cioè, per intenderci, tu guadagni 10, arriva mamma Stato che ti promette 20, ma in realtà te ne da 10.
Il tuo guadagno ora è 20.

In questo caso, negli ultimi 10 anni sono stati tagliati 37 miliardi che lo Stato doveva fornire in più alla sanità, e che non si è potuto permettere in seguito alla grave crisi economica dopo gli eventi del 2008.
Questa sottile ma fondamentale differenza, ha mandato nel pallone la popolazione credulona che in buona fede si fida dei canali d’informazione, che spesso sono i primi propagatori di fake news.

I veri tagli sono stati altrove, ma di indirizzo puramente strategico.

I tagli reali alla sanità

Quelli che sono stati tagliati sono i posti letto, che sono passati da 311 mila del 1998 a 225 mila nel 2017, e i posti in terapia intensiva:

Perchè ciò è avvenuto nonostante le spese siano aumentate?
Il primo motivo è perchè le degenze sono diminuite. Se prima ti sbucciavi il ginocchio e rimanevi in ospedale per 5 giorni, ora per una questione di efficienza ospedaliera ti dimettono appena ragionevolmente possibile.
Il secondo motivo, è che per assistere al meglio una popolazione sempre più anziana(e contenere i costi) si è scelto di finanziare e potenziare soprattutto le reti di assistenza territoriale. Una persona anziana non più autosufficiente, è meglio che venga curata a casa sua piuttosto che non in ospedale, dove anche il rischio di esposizione a batteri e virus portati da altri pazienti è maggiore.
Come vedete, sono scelte puramente strategiche.

Nota finale, sono stati contenuti i LEA, cioè i trattamenti sanitari gratuiti. Questo per il semplice fatto che la sanità è un buco mangia soldi continuo ed assolutamente insostenibile, e se gli sprechi non sono già evidenti, ne avremo testimonianza i prossimi anni.

Conclusioni

Con questo articolo speriamo di dare una spallata a questa fake news, per concentrarci sui veri problemi e su come risolverli.
Il miglior antidoto a notizie false, è non credere mai fino in fondo a ciò che vi viene detto.
Ascoltare, ma con spirito critico.

Per quanto riguarda le soluzioni a questa situazione, sappiate che è una sola:

Privatizzazione della sanità.

Per approfondire, andate qui e qui.


Fonti:

La riduzione di ospedali e posti letto negli ultimi 10 anni – Agi
Il Monitoraggio della spesa sanitaria – Ragioneria Generale dello Stato