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Perché abolirei le case popolari?

Il collettivismo moderno è un tentativo di ritorno allo stato selvaggio. Cit. Gerard Radnitzky

Se vi chiedessi di abolire le case popolari e rivenderle agli attuali inquilini di lungo periodo, voi come rispondereste? Nel Manifesto Liberale de L’Individualista Feroce ( che potrete trovare nella nostra pagina Facebook ), sul tema Welfare e Politiche Sociali, ho affrontato la questione dell’abolizione delle case popolari e la sostituzione di essi con il Buono Affitto. Una proposta forte se consideriamo che oggi, in campagna elettorale, si discute tanto delle priorità, tra chi esclama “Prima gli Italiani” (anche nelle graduatorie delle case popolari, ndr) e chi è per l’accoglienza e l’assistenzialismo universale.

Ma andiamo per ordine. La situazione delle case popolari (e delle aziende municipali che gestiscono il servizio) sono arrivate ad un livello quasi poco sostenibile. Vi invito a fare un gioco. Scrivete su Google, sul motore di ricerca, tre parole come “debiti case popolari“. Il risultato vi sorprenderà. Vi troverete una marea di fatti che raccontano uno scenario davvero angosciante. Morosità milionari, debiti colossali, rischio pignoramento, criminalità, abusivismo. L’elenco potrebbe continuare all’infinito. Per non parlare dell’influenza negativa che hanno alcuni palazzi popolari sul mercato immobiliare dei condomini privati, in quanto la presenza di abusivi e di inquilini poco raccomandabili tendono a peggiorare, non solo il condominio ma anche il quartiere. Nel frattempo ci sono una marea famiglie in difficoltà economiche che aspettano da anni nelle graduatorie.

Non è tutto negativo tutto ciò che riguarda le case popolari, poiché ci sono tante famiglie e persone pacifiche che vivono in questi alloggi da tantissimi anni. Proprio per loro che ritengo sia opportuno prendere una decisione per rimediare alla situazione davvero preoccupante delle case popolari. Iniziamo a vendere, a prezzo di mercato, gli alloggi a partire dagli attuali inquilini che godranno del Diritto di Prelazione. Sarebbe importante quantificare quanto ha pagato l’inquilino nel periodo precedente, in modo tale che chi ha vissuto maggiormente nell’immobile, possa acquistare quest’ultimo con un prezzo inferiore rispetto a quello di mercato. Per il resto, saranno venduti gli immobili al libero mercato.

Io da buon liberale, credo nella Mano Invisibile del cittadino, perciò ritengo che sia la mano del cittadino che acquista e che investe, l’unica vera strada per far rivalutare certi quartieri popolari ormai in crisi per colpa della criminalità e dell’abusivismo.
Inoltre, ritengo che chiudere le aziende che gestiscono le case popolari darebbe davvero una boccata d’aria alla Pubblica Amministrazione locale, regionale e nazionale che si appresta a dare un servizio, pagare dei stipendi a dei dipendenti in attesa di ricevere un canone di locazione che non arriverà mai, costringendo le Regioni a chiedere prestiti per “mettere una pezza”.

Visto che si dice “morto un papa se ne fa un altro”, lo stesso discorso vale anche per la situazione abitativa. La mia proposta sarebbe quella di sostituire le case popolari con il Buono Affitto. Il Buono Affitto è un sostegno economico alle famiglie con un basso reddito nel pagamento del canone di locazione. Io non credo nell’assistenzialismo, perciò ritengo che il sostegno economico non dovrà avvenire attraverso il trasferimento in denaro dallo Stato al Cittadino, bensì sotto forma di Ticket (come il Buono Pasto), utile strumento di pagamento dell’affitto. In questo modo, non ci sarà alcun rischio che la politica di welfare per le famiglie in difficoltà non diventi l’ennesimo pretesto per far abituare il cittadino a vivere, a corrente alternata, di economia “in nero” e di assistenzialismo di Stato.

Per concludere, invito tutti ad un minimo di fantasia. Sono consapevole che allo stato attuale, ci sono tanti cittadini in difficoltà, tra chi è disoccupato e chi è “aggredito” delle tasse. Infatti, proprio perché siamo un’associazione che si impegna nella divulgazione delle idee liberali, gradiremo che le principali riforme da adottare siano proprio quelle dell’abbassamento delle tasse e della riduzione delle funzioni della Pubblica Amministrazione, in quanto siamo convinti che il lavoro e la crescita economica di un Paese sia possibile solo attraverso il profitto e che quest’ultimo non venga “mangiato” da tasse e burocrazia. A tal proposito ritengo giusto concludere con una citazione di Margaret Thatcher:

I Paesi ricchi sono quelli i cui governi incoraggiano la creatività dell’uomo, perché possa riuscire a lavorare con altri nel produrre beni e servizi che la gente vuole comprare.

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