Articolo 41. L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
Questo è l’articolo 41 della Costituzione Italiana. Notate qualcosa di strano o contraddittorio?
L’articolo, almeno per noi liberali, sembra essere promettente, almeno se ci limitiamo al primo comma.
Ma proprio quando iniziamo ad emozionarci, ecco che arriva la doccia gelata. Nel secondo comma, infatti, si parla di “(l’iniziativa economica privata) non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale”. Che cosa vorrà dire? La Costituzione può contenere parti astratte considerati degli obiettivi programmatici e sia parti con contenuti rafforzati e ben precisi.
Giusto per fare qualche esempio.
Nel primo caso, rientra il secondo comma dell’articolo 3
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Nel secondo caso, rientra l’articolo 17
I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.
Ebbene, l’articolo 41 è una via di mezzo che rende lo stesso articolo contraddittorio o confusionario. L’iniziativa privata è libera o è limitata? L’utilità sociale è un concetto collettivista, poiché punta al raggiungimento della maggior quantità di benessere per il maggior numero di individui. In realtà, a tal proposito, vorrei riportare due citazioni degni di nota.
L’unico motivo che determina il possessore di un capitale a investirlo nell’agricoltura o nell’industria […] è il proprio profitto.
Adam SmithNon faccio film per guadagnare soldi. Guadagno soldi per fare film.
Walt Disney
Questo perché la società non esiste, ma esistono le persone, con i loro pregi e difetti, con i loro successi e fallimenti, che plasmano l’ambiente e le istituzioni e che determinano la ricchezza delle nazioni.
L’articolo 41 non è un articolo da sottovalutare, in quanto dietro lo Stato, specie se interventista e socialista, si nasconde sempre la forza politica che governa. Come dimostra il terzo comma, il fatto che spetti al legislatore di “determina(re) i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”, vuol dire che in una Repubblica come quella italiana dominata dai partiti e dai sindacati di categoria, l’iniziativa privata libera, la vera iniziativa economica privata, è pura utopia.
A tal proposito, ritengo opportuno inserire una citazione di Sergio Ricossa
Il collettivista non è contro i consumi in generale: è solo contro i consumi privati, ma è per i consumi pubblici, quelli decisi da lui, dai politici collettivisti come lui
Questo vuol dire che, grazie a questo articolo, qualsiasi governo è legittimato costituzionalmente a “fotterci” l’iniziativa privata. Anzi, visto e considerato che la Costituzione Italiana, almeno per quanto riguarda l’organizzazione del sistema politico, va a braccetto con la Partitocrazia o con La Democrazia dei Partiti, vuol dire che l’iniziativa economica privata è sempre stato nelle mani del potere politico e della forza politica dominante. Considerando che in Italia, dagli anni cinquanta ad oggi (e con oggi intendo proprio oggi oggi), hanno dominato solo forze politiche socialiste, non stupisce il fatto che l’economia italiana, con il passare del tempo, è diventata sempre più lenta, sempre più ostacolata, sempre più maltrattata.
Eliminare quei due commi dall’articolo 41, non risolverebbe tutti i nostri problemi, anche perché sono davvero tante le riforme liberali di chi ha necessariamente bisogno l’Italia che probabilmente una legislatura non basterebbe. Almeno, potremo dire, che siamo riusciti a togliere una delle tante e troppe ipocrisie appartenenti al collettivismo e statalismo italiano.