Per capire cos’è davvero l’ordine spontaneo, dobbiamo prima fare un passo indietro. È necessario comprenderne il legame profondo con la complessità e con ciò che spesso chiamiamo, erroneamente, caos.
Pensaci: Blockbuster è fallita, al suo posto c’è Netflix. I negozi di videogiochi hanno lasciato spazio a piattaforme digitali come Steam. Cent’anni fa, molte donne desideravano una pelliccia; oggi, in gran parte, non più. Due secoli fa, molti bambini lavoravano per sopravvivere; oggi possiamo permetterci di studiare fino ai vent’anni (e oltre) senza contribuire al reddito familiare.
Molti pensano che tutto questo progresso sia frutto di una grande mente, di un pianificatore onnisciente che ha progettato ogni dettaglio. Ma è un’illusione. È il segno che non abbiamo ancora compreso la complessità.
Complessità e caos: due concetti da chiarire
Facciamo un po’ di chiarezza: una cosa difficile è come una strada in salita, tortuosa, ma comunque percorribile con impegno. Una cosa complessa, invece, è come una matassa di fili intrecciati, con elementi che si influenzano a vicenda e cambiano di continuo.
La complessità non si risolve: si osserva, si comprende, si vive. E le sue due caratteristiche principali sono disordine e incertezza.
E qui nasce la vera domanda: chi non ha paura dell’incertezza?
L’incertezza
Spesso si sente dire che il liberalismo economico presuppone un individuo razionale, che agisce sempre in modo logico e prevedibile.
Falso. Il liberalismo funziona proprio perché gli individui sono irrazionali, imprevedibili, diversi gli uni dagli altri. E questo non è un problema: è la realtà.
L’economia è un sistema complesso con più di 7 miliardi di partecipanti, ognuno con i propri desideri, convinzioni, emozioni. Nessuno è in grado di pianificare un sistema simile. Perché?
- Ci sono troppe variabili.
- Le variabili cambiano di continuo.
- Nessuno può sapere tutto.
La complessità non fornisce risposte nette, non dice cosa è giusto o sbagliato, bianco o nero. E questo spaventa. Alcuni allora cercano di controllarla, di ordinare il caos secondo una logica artificiale.
Si può controllare il caos?
La verità è che non c’è nulla di più ordinato del caos.
Il caos è un ordine naturale, non progettato. È ciò che accade quando tanti individui liberi interagiscono, si scambiano idee, prodotti, culture. È un ordine spontaneo.
Chi cerca di imporre un ordine al caos, in realtà sta cercando di sostituire l’ordine naturale con un ordine artificiale. Ma come può un singolo cervello — o anche milioni — pianificare le scelte di miliardi di persone?
Non è solo una questione di quantità d’informazioni. È che la complessità non ha una soluzione finale. Anche se avessimo accesso a tutti i dati del mondo, dopo pochi secondi sarebbero già cambiati. L’illusione del controllo totale è solo questo: un’illusione.
L’ordine spontaneo, al contrario, è il frutto dell’azione umana, ma non della sua progettazione razionale. È ciò che emerge dalle interazioni libere nel tempo, attraverso prove, errori, selezione.
Le idee migliori, le pratiche più utili, le tradizioni più funzionali sopravvivono, le altre si estinguono. Proprio come in natura.
L’evoluzione nella società
Il caso più evidente? Le lingue.
Non sono state inventate da qualcuno. Nessun accademico ha scritto il primo dizionario dell’italiano prima che l’italiano esistesse. Le lingue sono nate spontaneamente, si sono evolute con l’uso e l’interazione, e solo dopo sono state “codificate”.
Lo stesso vale per altri ambiti fondamentali della nostra vita:
La legge
Contrariamente a quanto si crede, la legge non è un’invenzione dei parlamenti, ma nasce da pratiche, consuetudini e regole che si sono dimostrate efficaci nel tempo. Nessuno ci ha detto che uccidere è sbagliato: l’umanità lo ha scoperto da sé, ed è per questo che la legge lo punisce.
Certo, oggi abbiamo codici e testi legislativi, ma la legge deve evolvere con la società. Una norma valida nel 1960 può essere oggi obsoleta. Una legge utile a Milano potrebbe non esserlo a Palermo. Imporla uguale ovunque significa ignorare la realtà.
Un esempio? Le leggi antidroga, nate con buone intenzioni, hanno finito per alimentare il potere della criminalità organizzata.
La moneta
Anche la moneta è il frutto dell’ordine spontaneo. Per secoli, i popoli hanno sperimentato: dal sale, ai bovini, fino all’oro. Nessun esperto ha deciso cosa dovesse essere “moneta”. Lo ha deciso la pratica, l’esperienza, la selezione naturale delle convenzioni sociali.
Adam Smith lo spiega chiaramente nel quarto libro di La ricchezza delle nazioni: ogni società ha selezionato, nel tempo, ciò che meglio funzionava come misura di scambio e riserva di valore.
Il mercato
E infine, il mercato. È il più grande esempio di ordine spontaneo.
Nessuno lo ha progettato. Nessuno lo controlla (per quanto ci provino). È il risultato di miliardi di scambi liberi, di desideri, offerte, richieste, errori e successi.
Il mercato è meravigliosamente caotico — e proprio per questo funziona.
Conclusione
L’ordine spontaneo è il motore silenzioso dell’evoluzione sociale, economica e culturale. Non è perfetto, non è prevedibile, ma è l’unico sistema compatibile con la libertà individuale e con la dignità umana.
Chi vuole sostituirlo con l’ordine artificiale dello Stato o di un’élite “razionale”, commette sempre lo stesso errore: crede che il mondo sia difficile, quando in realtà è complesso.
E la complessità non si governa. Si lascia libera di evolvere.