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Non credere negli idoli ma ammira i grandi personaggi della storia

Io non sono cristiano, anzi, non sono per niente credente.
E non ho nemmeno commesso l’errore tipico dei socialisti: dare allo Stato il ruolo di Dio.

Partendo da queste due premesse, voglio citare il Primo Comandamento secondo la tradizione cattolica (o il Secondo per la tradizione ebraica): “Non avrai altro Dio fuori di me.

E continua: “Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque e sotto terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai “. (Esodo/Deuteronomio)

Parafrasando Prager, molte persone quando pensano a questo comandamento, ipotizzano che proibisca unicamente la venerazione degli idoli e degli altri déi; come gli antichi déi pagani della pioggia, della fertilità, della natura in generale, soprattutto le figure di Zeus e Giove. Da quando nessuno crede più in questi déi o venera le loro statue di pietra, quasi tutti ritengono irrilevante questo comandamento.

Sbagliano di grosso. Sbagliano se sono atei/agnostici, perché sostituiscono a Dio un’altra presenza divina. Sbagliano se sono credenti per lo stesso motivo, ma per loro è anche “più grave”, perché il loro Dio dovrebbe essere unico.

Per la questione credente/ateo: Immanuel Kant sosteneva che la conoscenza è solo fenomenica e non noumenica, così come la divinità è vincolata al pensiero essa non è un affare terreno, potrà influire sulla morale per volontà degli uomini che accetteranno questa “religione rivelata“. Credere o non credere alla “chiesa invisibile” è una scelta strettamente personale.

Al giorno d’oggi abbiamo numerosi falsi déi, idoli, celebrità da venerare, squadre di calcio per cui dare la vita; abbiamo il busto di un dittatore con la testa pelata o la fotografia di quello coi baffoni. Concediamo un’aura divina alla razza. Crediamo che il denaro sia una divinità che ci permette di modificare le leggi universali, cerchiamo il potere e l’autorità sopra ogni cosa. Crediamo che un titolo di studi equivalga alla saggezza. Crediamo che il nostro destino sia nelle mani dello Stato, o della Natura, o degli alieni, o… chissà quante altre idiozie vengono gettate nel calderone ogni giorno, pur di non accettare l’azione umana!

Una società senza idoli in Terra, è una Società pronta a diventare aperta e libera.

Ed i grandi personaggi della storia? Anzitutto, non vanno idolatrati, venerati o monumentalizzati. Hanno una funzione molto più utile rispetto all’essere guardati con nostalgia: sono ispiratori. Hanno conquistato le alte vette, cambiato il corso della storia, fatto rivoluzioni, dato vita a meravigliosi pensieri; il modo migliore per rendere loro grazie è studiarli e capirli per mettersi a propria volta in gioco.

Al di là di chi ha avuto fortuna, da cui possiamo imparare ben poco, abbiamo innumerevoli esempi nella storia dell’umanità di individui che con coraggio, passione, impegno e tanto duro lavoro hanno ottenuto ciò che desideravano. Non è un caso che in molti abbiano colto la propria strada dopo aver letto  le Vite Parallele di Plutarco (si pensi ai numerosi letterati italiani che ne impazzivano, o a John S. Mill), Vite dei Filosofi di Diogene Laerzio, l’Anabasi di Senofonte, Declino e caduta dell’impero romano di Gibbon, o persino dopo aver letto le storie di eroi mitici o inventati come Don Quijote di Cervantes, Robinson Crusoe di Defoe, la Teogonia di Esiodo, l’Edda di Snorri.

Se lo scopo dell’Individuo è raggiungere la felicità o l’equilibrio personale tramite l’autorealizzazione, bisogna concedersi qualche attimo di umiltà e imparare da chi è riuscito nell’impresa e/o può essere d’ispirazione, per migliorare, per migliorarsi.

Ti sembra tanto difficile credere in te stesso, anziché in qualcun altro o qualcos’altro? È giunta l’ora della sveglia, la lunga notte del sonno dogmatico dovrà terminare.

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