Molti libertari ci seguono, dunque è giunta l’ora di trattare un tema a loro molto caro: chi costruirebbe le strade se non lo facesse lo Stato? Se sei un libertario da oggi in poi potrai argomentare alla perfezione la tua tesi, perché a quanto pare in America la seconda catena di pizzerie al mondo ha deciso di aggiustare le strade per evitare che ai clienti arrivino pizze tartassate durante il viaggio a causa delle buche.
La campagna si chiama “Paving for Pizza” ed è stata ampiamente condivisa in tutto il web negli ultimi giorni, probabilmente perché è molto sentita la frustrazione di quando la pizza arriva a casa maciullata, con il formaggio spiaccicato ovunque sulla scatola di cartone e assente nella pizza.
Prima di questa campagna, Domino’s aveva lanciato un’assicurazione che proteggesse la pizza del consumatore dalle strade dissestate, tuttavia bisognava comunque inviarne un’altra e non era poi così redditizio, né si risolveva il problema alla fonte.
In un solo giorno hanno riparato 50 buche fra Texas, Delaware e California. In Italia probabilmente sarebbero stati fermati e multati, e la buca riportata nelle condizioni iniziali. O, forse, per ogni buca avrebbero dovuto aspettare qualche mese prima che un burocrate comunale desse una risposta, dopo minuziosi studi di fattibilità compiuti senza neanche aver guardato il luogo indicato.
Tornando alla domanda iniziale, con cui i socialisti di tutto il mondo tartassano i libertari, fino ad oggi era difficile fare un esempio importante in cui un’azienda del XXI secolo si fosse fatta carico della costruzione o riparazione di strade (in realtà accade tutti i giorni che delle aziende costruiscano strade di vari generi, ma questo caso ha dell’eccezionale), anche perché è difficile che qualcuno si curi di un bene pubblico da cui non avrebbe alcun ritorno economico.
E, invece, siamo tutti testimoni di una grandissima vittoria del profitto, del libero mercato, del capitalismo. Domino’s Pizza ha un buon motivo per riparare le strade: soddisfare i clienti e far sì che preferiscano il loro servizio a quello della concorrenza. Quali buoni motivi ha lo Stato per riparare le strade? Nessuno. E si vede, siccome vengono dimenticate al loro destino per anni.
Lo Stato non ha alcun buon motivo né incentivo per soddisfare chi paga le tasse con ottimi servizi, perché il cittadino dovrà pagare lo stesso sia quando il servizio è buono sia quando è cattivo. Dunque, per quale motivo rendere un buon servizio se il cliente non può sottrarsi al pagamento? E non passiamo a frasi come “se però le cose fossero così e colà” perché è giusto rammentare che siamo in Italia e, forse un po’ qualunquisticamente, siamo un popolo di furbi.
Io, però, non sono libertario ma liberale classico, dunque partendo dal presupposto che non saprei cosa accadrebbe se le strade venissero lasciate in balia dei privati, prendo un pochettino le distanze da questa linea di pensiero e guardo con simpatia tutto l’accaduto.
Per lo meno, i libertari ora possono stare tranquilli sapendo che la prossima volta che ci avvicineremo alla famigerata domanda sulle strade, potranno guardare a Domino come un faro di innovazione del libero mercato.
Caro lettore, se abiti a Roma o in un comune con delle strade che sembrano appena uscite da un bombardamento, chiedi agli amministratori comunali di aprire le porte a queste grandi aziende. Potrebbero fare il lavoro che loro non fanno (e per cui sono pagati).