Non c’è una nazione al mondo che riunisca la totalità del Liberalismo Classico.
Noi esseri umani non siamo perfetti né uguali, e per raggiungere il livello di funzionalità nell’ambito del Liberalismo, sarebbe necessaria un’egemonia culturale che -proprio per i principi liberali di tolleranza- non è possibile. Mentre i marxisti -e gli appartenenti ai filoni derivati- non si pongono alcun problema nell’imporre a milioni di individui connazionali la propria idea, sia con la forza, sia con la coercizione, sia con l’eliminazione.
Per fare un’analisi come quella proposta dobbiamo premettere che il liberalismo è una filosofia che difende la libertà in tutte le sue sfere, includendo aspetti economici, politici e sociali. Un’analisi olistica di tutte le aree, in cui la libertà deve essere presente e non solo limitata all’analisi parziale. A tal fine, dovrebbero essere considerati fattori come la libertà di stampa e di espressione in generale; la libertà di associazione; la libertà nei processi politici; il pluralismo politico e la partecipazione; il funzionamento del governo; lo stato di diritto, le libertà individuali in generale e la libertà economica.
Nuova Zelanda
Il paese più libero dell’Oceania occupava la quinta posizione nel 2016 e la tredicesima nel 2017 nella libertà di stampa (vedi il link); la stampa neozelandese è talvolta sottoposta a pressioni politiche che limitano l’accesso alle informazioni in determinate circostanze.
L’indicatore della Freedom House sulle libertà politiche elenca la Nuova Zelanda come un paese completamente libero in termini di libertà politiche e rispetto dei diritti umani. Questo fatto particolare è abbastanza rilevante considerando che la media della regione Oceania-Pacifico è solo del 38%.
La Nuova Zelanda è una monarchia costituzionale che risponde alla casa reale inglese, ma ha un proprio parlamento dal 1854 ed è totalmente indipendente dal parlamento inglese dal 1947.
Per quanto riguarda la questione economica, la Nuova Zelanda è classificata al 3 ° posto dell’Indice di libertà economica; superata solo da Hong Kong e Singapore. In questo indice ottiene una percentuale di libertà dell’84,2%, che è superiore al 59,7% della media globale ed è la ragione dell’evidente differenza con paesi come il Venezuela, dove questo indicatore raggiunge a malapena il 25,2%.
Svizzera
Eh sì, a due passi da noi c’è uno dei paesi più liberali del mondo.
Il paese che ci fa la concorrenza sul cioccolato è già molto famoso per le sue libertà e per i suoi comportamenti atipici rispetto al resto dei paesi del mondo. Immerso nell’Europa occidentale, tra Germania, Italia, Francia, Austria e Liechtenstein; non fa parte dell’Eurozona.
È una democrazia diretta che, nonostante abbia un sistema rappresentativo parlamentare, consente ai cittadini di presentare richieste referendarie che possano abolire le leggi approvate dai legislatori. Alcuni mesi fa, un referendum che proponeva l’introduzione di un reddito minimo pagato a ogni cittadino dallo Stato è stato respinto dall’80% della popolazione. È anche uno dei paesi con più armi al mondo, ma è riconosciuto fra quelli col livello più basso di criminalità.
La Svizzera occupa il 7 ° posto nella libertà di stampa nel mondo (vedi link). Il suo curriculum è segnato unicamente da alcune restrizioni per la pubblicazione di informazioni trapelate sugli scandali riguardanti alcune banche.
Nelle libertà politiche, il continente europeo, secondo l’indicatore Freido Mouse, raggiunge un punteggio dell’86% in generale e del 66% nella libertà di stampa; e all’interno dell’Europa, la Svizzera è considerata un Paese completamente libero, messo in discussione solo da un referendum per il quale la costruzione di minareti nel paese è stata vietata.
In termini economici, la Svizzera è al 4 ° posto nel mondo (vedi link), con l’81.7% di libertà, solo un posto sotto la Nuova Zelanda.
Quindi possiamo vedere come questi 2 paesi, che non sono al 100% liberi, hanno raggiunto una buona approssimazione all’ideale liberale.
Come abbiamo detto prima, non possiamo pretendere di raggiungere -oggigiorno- una società perfettamente libera, perché avremo sempre la tendenza all’errore e alla stanchezza (caso classico della Svezia, che ha cambiato la sua società liberale in socialista, per poi invertire nuovamente il passo), ma almeno possiamo usare l’ideale come una guida che ci conduca a una società più libera e prospera e che possa assomigliare alla Nuova Zelanda e alla Svizzera, anziché al sogno socialista di paesi come Venezuela, Cuba o Corea del Nord.