Perché la Svizzera è così ricca?

Fin troppe persone credono che la Svizzera sia ricca unicamente grazie al settore bancario o perché è una sorta di paradiso fiscale. Ma non è così. Esistono molti luoghi nel mondo che offrono condizioni fiscali anche migliori — come diverse isole caraibiche o dell’Oceania — eppure non godono dello stesso benessere.

Se bastassero tasse basse e banche per arricchire una nazione, il mondo sarebbe pieno di Svizzere. Ma non lo è.

A proposito, una curiosità: in Svizzera l’evasione fiscale non è un reato penale, ma un illecito amministrativo. Questo significa che non è possibile estradare un evasore italiano o francese, perché l’estradizione richiede che il reato sia riconosciuto anche nel paese richiesto. Un dettaglio non da poco.

Oggi la Svizzera è una delle nazioni più ricche del mondo. Ma non solo: riesce ad esserlo mantenendo alti livelli di libertà individuale e di democrazia. È infatti al primo posto in Europa occidentale sia per le libertà economiche che per quelle personali. L’Italia, purtroppo, è all’ultimo posto.

Ecco quindi i 5 motivi per cui la Svizzera è il paese più libero (e più capitalista) d’Europa:


1. Libertà politica

La Svizzera è famosa per i suoi referendum, che si tengono ogni quattro mesi. Alcuni sono a livello cantonale, altri a livello nazionale. Per proporre un referendum bastano 50.000 firme. Per proporre una modifica della Costituzione, ne servono 100.000. Nessun’altra nazione al mondo permette ai cittadini di partecipare così frequentemente e direttamente alla vita politica.

Un esempio concreto? Qualche anno fa si votò per introdurre un salario minimo di 2.000 franchi al mese. La proposta fu respinta, anche perché il 97% dei lavoratori svizzeri guadagna già più di quella cifra.

Il sistema politico svizzero è diviso tra livello federale e cantoni. A livello federale, il potere esecutivo è affidato al Consiglio Federale: un organo collegiale composto da 7 membri di pari livello. Non esiste un “presidente” nel senso che intendiamo noi; o meglio, esiste ma è solo una figura di rappresentanza, rieletta ogni anno, considerata un primus inter pares.

Oggi questi 7 membri provengono da partiti diversi — liberali, socialisti, conservatori, centristi — e collaborano per il bene comune. Dal 1848 al 1891, però, erano tutti liberali.

Anche il Parlamento è bicamerale: da una parte c’è il Consiglio Nazionale, simile alla Camera dei Deputati, e dall’altra il Consiglio degli Stati, simile al Senato americano. Ma il potere centrale è molto limitato. Le istituzioni svizzere non esistono per governare i cittadini, ma per rappresentarli. In pieno spirito liberale.


2. Decentralizzazione

La Svizzera è una confederazione composta da 26 Cantoni, veri e propri stati autonomi. Condividono solo alcune competenze: difesa, moneta, Costituzione e politica estera. Il resto — budget, tassazione, leggi — è gestito localmente.

Il potere, quindi, è distribuito in modo estremamente bilanciato. Ogni cantone ha un proprio Consiglio di Stato (generalmente composto da 5 o 7 membri), eletto direttamente dai cittadini, che governa in forma collegiale. Esattamente come il governo federale.

Questo assetto si rifà a un principio caro al pensiero liberale, espresso bene da Friedrich von Hayek: se la conoscenza è dispersa nella società, allora è giusto che le decisioni vengano prese il più possibile a livello locale.

Un governo centrale lontano sarà sempre meno attento ai tuoi problemi rispetto a un governo locale. È il principio della sussidiarietà applicato al massimo grado.


3. Competizione tra Cantoni (e concorrenza fiscale)

Il federalismo svizzero non garantisce l’infallibilità dei singoli Cantoni. Ma la loro piccola dimensione consente ai cittadini di spostarsi facilmente se qualcosa non funziona. Questo è ciò che si chiama “voto con i piedi”.

Esempio pratico: con un reddito mensile di 5.000 franchi, nel Cantone di Zugo l’imposta sul reddito è del 3%. Se improvvisamente salisse al 12% (il massimo in Svizzera per quella fascia), molte persone si trasferirebbero a Svitto, dove l’aliquota è al 5%. È lì vicino. Nessuno dovrebbe emigrare in un altro Paese.

È questo il cuore della concorrenza fiscale: i Cantoni sono costretti ad essere efficienti e a tenere le tasse basse, altrimenti perdono cittadini. C’è pochissima distanza tra chi paga le tasse e chi ne beneficia, e ognuno si assume la responsabilità delle proprie scelte.

A Zurigo, se si decide di nazionalizzare un servizio, lo si fa solo sul proprio territorio e con i propri soldi. Non a spese di chi vive a Berna.

Qualcuno potrebbe pensare: “E i poveri?”. Ma il sistema svizzero non lascia indietro nessuno. Sanità e pensioni sono gestite dai privati e coordinate a livello cantonale. Nessuno rimane senza cure o senza previdenza.

Anche le leggi possono variare tra Cantoni: a Ginevra i negozi chiudono alle 18, a Zurigo possono restare aperti quanto vogliono. Questo consente un processo di apprendimento per prove ed errori. Un principio fondamentale dell’ordine spontaneo.


4. Libero Mercato

Citiamo Ludwig von Mises:

“Nel centro dell’Europa vi è un piccolo paese, la Svizzera, al quale la natura ha dato molto poco. Non ha miniere di carbone né minerali, e non ha alcuna risorsa naturale. Ma il suo popolo, attraverso i secoli, ha sempre perseguito una politica capitalistica.”

La Svizzera è povera di risorse naturali, ma ha sempre puntato sul libero mercato. Già dalla seconda metà dell’Ottocento ha adottato politiche economiche liberiste, senza interruzioni.

L’IVA è al 7,7% per i beni ordinari e al 2,5% per quelli essenziali. Fino al 2018 era all’8%. Le imposte sul reddito per le persone fisiche vanno dal 5% al 20%, con la maggior parte dei cittadini che paga tra il 10% e l’11%. Per le aziende, le aliquote variano tra il 15% e il 25%. Un abisso rispetto all’Italia.

Il settore bancario rappresenta meno del 10% del PIL. In realtà, il 74% dell’economia svizzera è composta da servizi, il 25% dall’industria e solo l’1% dal settore primario.

Una nota dolente per i puristi del libero mercato: l’agricoltura è pesantemente sussidiata, al pari dei paesi dell’UE. Lo giustificano con ragioni di sicurezza nazionale: in caso di guerra o disastri, vogliono garantire l’autosufficienza alimentare. Non sarà una scusa perfetta, ma offre lo spunto per il quinto e ultimo punto.


5. Neutralità e pace

Iniziamo con una frase di Frédéric Bastiat:

“Dove non passano le merci, passeranno gli eserciti.”

La Svizzera è dedita al libero commercio e, proprio per questo, non può permettersi guerre. Perché dovrebbe attaccare un partner commerciale? E soprattutto, come potrebbe sostenere economicamente un conflitto, se i cittadini sono abituati a pagare poche tasse?

La neutralità svizzera ha permesso al Paese di risparmiare risorse enormi e di investirle in innovazione, infrastrutture, benessere. Mentre l’Europa si ricostruiva dopo due guerre mondiali, la Svizzera poteva permettersi di costruire il futuro.


Conclusione

Ci sarebbe ancora molto da dire: dal sistema sanitario a quello previdenziale, dalla scuola alla gestione dell’energia. Ma per oggi, questi 5 motivi bastano per spiegare perché la Svizzera è tanto ricca e libera.

Un modello che funziona non perché è perfetto, ma perché è fondato sulla libertà, sulla responsabilità individuale e sul principio del governo limitato.

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