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La “War on Drugs” nuoce gravemente alla salute

Qualche settimana fa Matteo Salvini, sul caso Cucchi, dichiarava:

Questo testimonia che la droga fa male sempre e comunque

Ecco, non ci vuole un genio a capire che una frase del genere ha una logica sostanzialmente inesistente.
Sarebbe come fermare uno che ha violato la legge Mancino, sparargli e citare l’esempio come pericolo dell’odio.
Ma evidentemente frasi del genere fanno breccia nei cuori di certe classi conservatrici che temono che qualche parente “usi la morte” e credono che qualcuno debba intervenire.

Ma, in secondo luogo, ci mostra come avere politici senza alcun tipo di formazione economica sia un male, sempre e comunque.

Piaccia o no, la lotta alla droga è una posizione irrazionale perché parte dall’idea che la legge possa fermare il consumo e la vendita di sostanze stupefacenti.
Ma se c’è domanda e c’è offerta la legge è inutile, tant’è che tutte le tragedie di droga avvengono oggi, con la droga vietata e repressa.

Le leggi di mercato derivano da comportamenti umani innati ed esattamente come le leggi della fisica, che consentono sia di portare la luce in tutte le case sia di uccidere un condannato sulla sedia elettrica, sono impersonali: non smettono di valere se il bene è brutto.

Si deve agire dunque all’interno di queste regole se si vuole portare a casa qualche risultato. I sistemi che non l’hanno capito, che purtroppo per noi costituiscono la maggioranza, solitamente causano più danni della droga come sostanza di per sé.

Non ci vuole un genio a capire il perché. Se ti droghi, e la droga la compri in droghificio, ti metti in una situazione di pericolo (droghe) con alcune precauzioni (personale addestrato del droghificio), se la comperi al boschetto di Rogoredo le situazioni di pericolo aumentano esponenzialmente. Questo non solo per la droga in sé, ma anche per le scelte fatte in quel contesto specifico.

Ecco, in vari paesi, ad esempio in Svizzera, non c’è nulla di male a sostenere la legalizzazione della droga, tant’è che Ignazio Cassis, l’equivalente elvetico del ministro degli esteri, è di quest’opinione.

Ma in Italia no. È considerata una bestemmia e se osi solo proporlo vieni bollato come amico dei drogati nonché sostenitore della morte e attaccato da politici, chiese, comunità di recupero e chi più ne ha più ne metta.

Il punto è il seguente, sarà (anche) perché la nostra classe politica è convinta che basti una legge dello Stato a risolvere ogni problema?

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