La libertà è il valore più importante per l’essere umano. Eppure quando cerchiamo di definirla, di catturarla o spiegarla attraverso simboli o concetti, ci troviamo di fronte a problemi insormontabili: tentare di definirla equivale a limitarla.
Non è così per quell’insieme di filosofie politiche che cadono sotto la categoria del libertarianismo, corrente raffinata e pluralistica che considera la libertà come il più alto fine politico, senza restrizioni o imposizioni esterne, in primis statali. La libertà, secondo i libertari, si esplica in numerose forme: la libertà politica, la libertà individuale e la libertà economica come fulcro dell’intero assetto societario. Ben lontani dalla pedante distinzione di Benedetto Croce tra liberalismo e liberismo, che non ritrova riscontri nella terminologia e nel vocabolio anglosassone, il libertarianismo si rifà completamente al sistema economico capitalista, all’economia di mercato, alla politica economica del Laissez-Faire. Ovvero alla piena capacità dei mercati di equilibrarsi spontaneamente senza l’intervento dello Stato.
Ed ecco il grande nemico della libertà: lo Stato, questo meccanismo astratto, questa potente macchina burocratica, questo Leviatano intollerante e artificioso, sovrano e paternalista. Con la biforcazione delle correnti del libertarianismo, troviamo differenti idee su come lo Stato possa e debba agire, ammesso che debba esistere.
I miniarchisti prospettano uno Stato ridotto alla minima funzione di garante della libertà, un “guardiano notturno” della tradizione liberale, che deve garantire il rispetto dei contratti tra liberi individui.
Autori che hanno una valenza significativa nella teoria del miniarchismo sono, nel pantheon dei classici, John Locke ideatore del liberalismo classico, Friedrich Von Hayek della Scuola austriaca e Robert Nozick autore, tra le altre cose, della celebre opera Anarchia, Stato e utopia.
Dall’altra parte della barricata si trovano, invece, gli anarco-capitalisti. Questi ultimi, attraverso una valida e argomentata filosofia, propongono l’eliminazione totale dello Stato, del suo monopolio nell’economia (attraverso l’abbattimento del regime delle imposte), nella sanità, nell’istruzione e nella giustizia.
Al posto di questo “meccanismo infernale”, l’anarco-capitalismo propone radicalmente una società di liberi individui legittimata da un sistema di privatopie. Entità territoriali auto-organizzate, capaci di offrire servizi di libero mercato, l’adesione volontaria degli individui alla regole della comunità, escludendo a priori l’esistenza di nazioni ed entità sovranazionali. La giustizia, il benessere e la pace della società, improntata al più vasto individualismo metodologico, può basarsi sul principio di non aggressione, insito nella natura umana.
L’autore più influente della filosofia anarco-capitalista è stato Murray Newton Rothbard, già autore di un’opera straordinaria: For a new liberty.
In Italia, nonostante questo paese sia la culla dello statalismo assistenzialista, insieme alla figura del giurista “liberista” Bruno Leoni, il libertario per eccellenza impegnato in questa battaglia per la tutela libertà totale, contro qualsiasi collettivismo, è Leonardo Facco. Studioso ed editore poliedrico, critico e polemico, è stato autore di un libro del 2009 che fece molto scalpore: Elogio dell’evasore fiscale. All’interno del manuale possiamo trovare delle valide soluzioni per una rivolta fiscale densa di significato, improntata alla razionalità categorica.
A livello internazionale occupa un posto di primo piano nel panorama libertario Javier Milei, economista argentino, promotore di una robusta critica al sistema politico vigente, figura presente nei dibattiti televisivi capace di sfoderare le armi della dialettica contro ogni censura liberticida che vuole soffocare la libertà in nome di un collettivismo socialista o di un assistenzialismo di Stato senza scrupoli. Il pensatore economico argentino ha un motto straordinario capace di infuocare gli animi libertari per tenere vivo il valore sacrale della libertà, contro coloro che vorrebbero sottrarcela:
Viva la libertad, carajo!