Guida: come scrivere bene per l'Istituto Liberale - Istituto Liberale Italiano Skip to content
[mk_fancy_title tag_name=”h1″ color=”#ffffff” size=”60″ font_weight=”bold” txt_transform=”uppercase” margin_top=”330″ margin_bottom=”0″ font_family=”none” align=”center”]Guida per esperti[/mk_fancy_title][mk_fancy_title color=”#ffffff” size=”36″ font_weight=”400″ txt_transform=”uppercase” margin_bottom=”0″ font_family=”none” align=”center”]Come scrivere bene per l’Istituto Liberale[/mk_fancy_title][mk_fancy_title tag_name=”h3″ color=”#ffffff” size=”16″ font_weight=”400″ font_style=”italic” txt_transform=”none” margin_bottom=”0″ font_family=”none” align=”center”]di Alessio Cotroneo[/mk_fancy_title]
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Rispondi alla domanda più importante, prima di continuare:

perché vuoi scrivere per l’Istituto Liberale?

Pensaci almeno per cinque minuti, formula al meglio la motivazione.

Già fatto? Non mi mentire!

[mk_fancy_title size=”30″ font_weight=”bold” txt_transform=”uppercase” margin_top=”80″ margin_bottom=”40″ font_family=”none”]Lezione 1: di’ sempre la verità.[/mk_fancy_title]

Qualunque cosa tu dica, devi sempre dire il vero. La verità è l’arma più potente che abbiamo, la verità mostra che il liberalismo ha successo, con la verità possiamo costruire castelli che non crolleranno mai.

[Ora torna indietro e ripensa a perché vuoi scrivere per noi, per almeno 5 minuti!]

Riporta le fonti, o almeno fai capire che non ti sei inventato nulla. Ci sono dati, grafici, vicende storiche, libri, citazioni famose che possono aiutarti. Fanne uso: gli utenti devono capire che stai dicendo la verità.

[mk_fancy_title size=”30″ font_weight=”bold” txt_transform=”uppercase” margin_top=”80″ margin_bottom=”40″ font_family=”none”]Lezione 2: scrivi solo cose utili.[/mk_fancy_title]

Ciò che è utile è bello e ciò che è bello è morale.

Immagina di aver appena scritto un pezzo bellissimo. Mettiti nei panni del lettore e chiediti: “Cosa c’è qui per me?” (What’s in it for me?), ossia: Cosa posso guadagnare? Perché devo leggerlo?

Ora che sei nei panni del lettore capisci che il tuo pezzo bellissimo non è.

Il lettore non legge perché scrivi bene, hai un buon lessico, sei colto e hai molto da dire. Questi sono i prerequisiti, non bisognerebbe nemmeno parlarne: devi saper scrivere in italiano più che correttamente e devi conoscere il liberalismo sotto tutti i punti di vista, anche quelli di cui non parli.

Il lettore è egoista: pensa al suo interesse. Devi persuaderlo del fatto che leggerti non è una perdita di tempo.

Ciò che scrivi deve essere:

  1. utile per te;
  2. utile per il lettore;
  3. utile per l’Istituto Liberale.
[mk_fancy_title size=”30″ font_weight=”bold” txt_transform=”uppercase” margin_top=”80″ margin_bottom=”40″ font_family=”none”]Lezione 3: impara (è utile per te!).[/mk_fancy_title]

Tu non sai niente.

Ci sono centinaia di personaggi rivoluzionari, migliaia di anni di storia, miliardi di pagine scritte che tu non conosci. Sii umile.

No, non è una lezione motivazionale. Quando io scrivo un post, posso metterci delle ore. Perché?

  1. Trova  un argomento perfetto, dev’essere unico e univoco, non fare un calderone di cose a caso;
  2. Informati su ciò che questo argomento ha da offrire: dati, date, eventi storici, personaggi relativi, approfondimenti e collegamenti – tutto ciò renderà il tuo scritto un’opera d’arte;
  3. Ragiona su come questo argomento sia legato al liberalismo;
  4. Scrivi inserendo tutti gli ingredienti che hai accuratamente scelto (non aver paura di scartarne: potrebbero servirti per un altro scritto!), rendendo armonico il testo.

Esempio: oggi ho fatto un’infografica su Robin Hood. Ho cercato su Wikipedia (talvolta può bastare) la sua vera storia, mi sono documentato sul contesto storico, sulla veridicità del personaggio, sulle date e nel frattempo ho scoperto che i nobili ribelli di quel periodo hanno obbligato Giovanni Senzaterra a firmare la Magna Carta. Mi sono anche informato meglio su cosa sia la Magna Carta. Ho aggiunto valore al mio prodotto con un’informazione di cui non ero a conoscenza.

Ho inserito un doppio legame col liberalismo: il primo perché ho rivendicato Robin Hood come figura liberale, il secondo perché ho creato un collegamento fra la sua storia e una vittoria del liberalismo.

E ho anche imparato qualcosa che ora conosco molto bene, che non dimenticherò (falso, ho una memoria terribile) e che potrò riutilizzare in futuro.

[mk_fancy_title size=”30″ font_weight=”bold” txt_transform=”uppercase” margin_top=”80″ margin_bottom=”40″ font_family=”none”]Lezione 4: lo schema perfetto (è utile per il lettore!).[/mk_fancy_title]

Questa è l’unica lezione davvero utile. Se proprio vuoi dimenticare le altre, almeno scolpisci questa in una parete del tuo cranio.

Ciò che scrivi deve essere coinvolgente, deve gettare il lettore in un’altra dimensione e farlo immedesimare nella situazione.

Non sempre si può fare allo stesso modo: post diversi richiedono schemi e metodi diversi. Tutto dipende dal tuo obiettivo.

Lo schema che solitamente seguo per i post del gruppo e per le mail è:

  1. Dichiaro subito il problema. Il lettore deve sapere che ce n’è uno, ma devo fargli capire che è anche un suo problema;
  2. Coinvolgo il lettore nel problema [importante: sempre usare il tu in questi casi!], mentre spiego in cosa consiste;
  3. Carico emotivamente per agganciare al meglio il lettore;
  4. Introduco la soluzione. Breve, caustica, decisa. Una soluzione che convince non è sofisticata: è evidente, almeno per il lettore a cui ho scelto di rivolgermi;
  5. Coinvolgo il lettore nella soluzione, sempre brevemente, come se fosse sua [e lo è, se è liberale] e venisse dalla sua mente;
  6. Invito a compiere un’azione che contribuisca a risolvere il problema presentato al lettore.

Il precedente schema va bene per una comunicazione a tu per tu, difatti con mail, post in un gruppo, discorsi dal vivo.

Sintetizzando lo schema precedente:

  1. Problema;
  2. Coinvolgimento del lettore nel problema e nella soluzione;
  3. Soluzione.

Tuttavia, potresti dover scrivere un testo che è molto più impersonale, in cui non ti metti in gioco in prima persona.

Vediamo come funziona in questi altri casi:

  1. Scegli il titolo. Subito. Dev’essere accattivante, deve catturare e invogliare a leggere [ma non deve mentire!]. Pensaci più che puoi;
  2. Scrivi nel primo paragrafo la parte più importante, la conclusione. Lo so, ti piacerebbe fare tutto uno spiegone con un climax che alla fine apre le porte del Paradiso. No, il piatto migliore si mette subito. Se al lettore piace ciò che hai da offrire, continua a leggere. Il lettore non deve “scoprirti“, non sei una principessa angelicata da ammirare. Il lettore è superficiale: se non gli piaci nelle prime due righe ti getta nel cestino, è crudele.
  3. Scrivi con periodi brevi. Non sei Umberto Eco e anche lo fossi non dovresti esserlo. Il lettore sul web è spensierato, non vuole incontrare difficoltà. Non è tuo compito mandarlo oltre le sue capacità intellettive.
  4. In ogni frase metti sempre prima il soggetto. Anzi, il soggetto dev’essere la prima cosa che metti in ogni frase [Rileggi se non hai capito]. Dev’essere sempre chiaro ciò di cui parli, fin da subito. Anche io odio l’analisi grammaticale, ma serve. Il soggetto è il succo del discorso, tutto ruota intorno a lui.
  5. Scrivi paragrafi brevi, divisi per argomento. In ogni paragrafo devi concludere ciò che vuoi dire, perlomeno la maggior parte delle volte. I paragrafi brevi migliorano la lettura, soprattutto sui cellulari.
  6. Fornisci una morale finale, che ribadisca la conclusione (che hai messo all’inizio) e abbia senso liberale.
  7. Se riesci a fare un invito all’azione è sempre meglio.
  8. Ripensa al titolo e chiediti se puoi migliorarlo.

E se riesci a unire i due schemi, raggiungi il 300% della potenza. Non sempre si può.

Consigli bonus:

  • Nelle e-mail e sul gruppo approfitta di titoli, grassetti, italici, elenchi puntati.
  • Spesso i testi devono essere di 2200 caratteri. Impara la sintesi.
[mk_fancy_title size=”30″ font_weight=”bold” txt_transform=”uppercase” margin_top=”80″ margin_bottom=”40″ font_family=”none”]Lezione 5: la chiamata all’azione (è utile per l’Istituto Liberale!).[/mk_fancy_title]

Hai studiato, hai imparato, hai scritto dando il meglio di te.

Il lettore è coinvolto, pende dalle tue labbra, è carico. Finisce di leggere, mette like e scorre. Il post successivo parla, se va bene, di Masterchef o, se va male, del Governo che ha appena nazionalizzato qualcosa. Forse ciò che hai scritto non è servito a niente.

Manca qualcosa, vero?

Hai faticato così tanto solo per un like o una condivisione? La risposta potrebbe essere sì. Però tu scrivi per l’Istituto Liberale, perciò devi anche fare qualcosa per l’Istituto Liberale.

Devi invitare il lettore all’azione.

Devi consigliare al lettore di fare qualcosa, che potrebbe essere:

  • Iscriversi all’Istituto Liberale;
  • Scaricare uno dei nostri libri gratuiti;
  • Fare il test;
  • Vedere un nostro video su YouTube;
  • eccetera, eccetera.

Non devi farlo dal nulla.

Il marxismo culturale sta rubando il tuo futuro, perché […] ed è per questo che dobbiamo opporci con tenacia alla propaganda. Scarica gratis il nostro libro: https://istitutoliberale.it/link-a-caso/

Non va bene. Cioè, è meglio di niente, a volte è inevitabile che sia così… ma non nella maggior parte dei casi.

La chiamata all’azione dev’essere integrata nel tuo discorso, deve far parte della soluzione che offri al lettore.

Il marxismo culturale sta rubando il tuo futuro, perché […] ed è per questo che il tuo ruolo come individuo può fare la differenza, ogni tua azione di oggi è importante per il tuo futuro e per quello delle persone che verranno dopo di te.

Se vuoi davvero fare la differenza, sostenere l’Istituto Liberale potrebbe essere la tua miglior opzione: pubblichiamo quotidianamente aforismi, storie, articoli, video, podcast per contrastare l’egemonia culturale marxista. Con il tuo sostegno potremo sostituire l’egemonia socialista con le idee di libertà. Iscriviti all’Istituto Liberale: https://istitutoliberale.it/link-a-caso/

La chiamata all’azione è il modo in cui è possibile misurare il tuo contributo per l’Istituto Liberale.

Quanto è stato utile il tuo post per l’Istituto Liberale? Possiamo saperlo solo in base al numero di conversioni, ossia il numero di azioni che si sono concretizzate.

[mk_fancy_title size=”30″ font_weight=”bold” txt_transform=”uppercase” margin_top=”80″ margin_bottom=”40″ font_family=”none”]Lezione 6: togli tutto ciò che è inutile.[/mk_fancy_title]

Ci interessano solo le cose utili, anche se non siamo utilitaristi.

La nostra arte non si fa per il bene dell’arte: si fa per i lettori. Tu non scrivi per compiacere l’universo, ma per te stesso, per il lettore e per l’Istituto Liberale.

Se c’è una frase che puoi eliminare senza che il tuo scritto ne perda, fallo immediatamente.

Se c’è una parola che puoi eliminare senza che la frase perda senso, fallo.

Non è importante quanto sia lungo il testo totale, ma ogni parola deve valere la pena di essere letta. Se il lettore inizia a leggere frasi vuote e ridondanti, ti abbandona.

Adesso sai come essere utile a te stesso, al lettore e all’Istituto Liberale.

Nota una cosa: io in questa guida sono stato utile a me stesso, a te come lettore e all’Istituto Liberale.

Ti consiglio di tornare su questa guida almeno per le prime 10 volte che scriverai qualcosa, dopodiché queste regole saranno oramai dentro di te.

Addio umano e grazie per tutto il pesce.

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