Il Comunismo in senso stretto non esiste più, in pochi lo difendono apertamente e i partiti che si rifanno ad esso sono ridotti a misere percentuali. Eppure, l’egemonia culturale comunista non può essere scomparsa di colpo: che fine ha fatto?
C’è ancora ed è più forte che mai, perché è in incognito. Fa finta di non essere marxismo, ma lo è all’estremo: è il post-modernismo, il marxismo culturale, da cui discendono il buonismo, l’ultra-progressismo, i movimenti per i diritti delle minoranze e via dicendo.
Ciò che ha trasformato i presupposti marxisti in post-modernismo, a partire dagli anni ’70, è il fatto che il proletariato non vuole più ribellarsi e sovvertire il sistema perché, anzitutto, i proletari-lavoratori stanno aumentando il proprio benessere [grazie al libero mercato] e ciò ha completamente smontato la base rivoluzionaria del Comunismo, siccome per continuare a ribellarsi i proletari avrebbero dovuto continuare ad essere poveri e malmessi; secondariamente, il marxismo in Russia, a Cuba, in Venezuela e ogni altro posto in cui è stato provato ha generato solamente catastrofi e genocidi e non è desiderabile nemmeno dai vecchi sostenitori del Comunismo italiano, tranne per quei quattro gatti che inneggiano ancora a Stalin mentre parlano di plusvalore e valore-lavoro.
Purtroppo per noi, hanno avuto un’intuizione malefica, che possiamo immaginare abbiano articolato più o meno così: “dobbiamo trovare un nuovo modo di giocare la partita ‘oppressori contro oppressi‘ riformulando capitalisti contro proletari… Eureka! Possiamo introdurre le politiche dell’identità per gruppi: non sei più oppresso perché fai parte della classe dei lavoratori, tu ora sei appresso perché sei una donna, o perché appartieni a un’etnia differente da quella della maggioranza, o perché le tue preferenze sessuali sono in qualche maniera fuori dalla norma. Insomma, sei oppresso perché fai parte di una minoranza“.
E non ci stancheremo mai di dirlo: la più piccola minoranza sulla Terra è l’Individuo, le leggi devono essere uguali per tutti gli individui al fine di togliere privilegi a chi li ha senza doverli concedere a chi ieri era discriminato, altrimenti si creerebbe un nuovo ciclo di discriminati e discriminanti.
Nuovamente purtroppo per noi, hanno trovato un campo fertile, perché è innegabile che ci siano razzisti, omofobi, maschilisti o discriminazioni di ogni genere, dunque hanno individuato dei nuovi oppressori da combattere, generalizzando al massimo le loro caratteristiche. Il cattivo ora è quello che non viene discriminato: basta che sia bianco, eterosessuale, uomo, capitalista.
In questo modo, distruggono il valore delle proteste per i veri diritti, avviliscono chi desidera avere pari opportunità, chi lotta per una società giusta, libera e di equità, chi desidera un mondo in cui sia le donne sia gli uomini siano liberi di scegliere e di fare. E non finisce qui: come ben possiamo vedere in Italia, questi sentimenti del post-modernismo generano il nemico che loro stessi lottano, poiché pur di opporsi al post-modernismo le persone finiscono per diventare il mostro identificato come razzista, sessista, maschilista, misogino, omofobo.
Definiscono fascismo ogni cosa, ma finiscono a deturpare il significato della parola fascismo affibbiandola a chiunque non abbia le loro idee. Esistono pure gli estremisti, che dicono cose come “è giusto che [inserire qui una minoranza qualsiasi] abbiano più diritti degli altri perché sono stati discriminati ed ora hanno il diritto di pareggiare i conti discriminando gli oppressori“.
Insomma, hanno iniziato a traslare il carattere totalitario del marxismo verso gli ambiti culturali e sociali, tanto da corroborare le proprie idee con l’intolleranza. I post-modernisti non credono che esista la competenza e debba essere remunerata né credono che esistano strutture valoriali in base alla cultura che si possiede, ad esempio quella Occidentale, non credono nemmeno che gli individui abbiano un background biologico da cui dipendono alcuni tratti della loro personalità, chiamano tutto ciò costruzione sociale.
Eppure, il mercato può funzionare solo se viene premiata la competenze, poiché in tal modo il venditore può fornire ciò che il compratore desidera ed è proprio il compratore a decidere chi premiare; la cultura Occidentale, per quanto abbia ancora molti difetti e non sia libera dai pregiudizi, è quella che concede le maggiori libertà agli individui; quelli che vogliono fare costruttivismo sociale, inventare paradigmi nuovi a seconda di come gira, a seconda di chi sembra più oppresso, sono proprio loro, i nuovi nemici della libertà, della tolleranza e della pace sociale: i post-modernisti, ossia i comunisti 2.0.